Il mercato degli abbonamenti illegali a servizi on demand prolifera su Telegram. Lo spiega Il Sole 24 Ore, sottolineando che sull’app di messaggistica è possibile trovare sottoscrizioni a servizi quali Dazn, Netflix, Spotify, Disney+ e tutto il macrocosmo di app che compongono il mondo dei contenuti digitali.
E’ chiaro che Dazn – sottolinea il quotidiano – con tutte le gare di Serie A in diretta, è diventato oggetto del desiderio, tanto da trovare centinaia di inserzioni online che consentono di abbonarsi ai contenuti della piattaforma a prezzi stracciati.
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Si arriva fino a 2,5 euro al mese, cioè oltre dieci volte meno l’abbonamento reale (che ha un costo di 29,99 euro, per i nuovi abbonati). C’è un canale Telegram che conta oltre 30mila iscritti, e i gestori si descrivono come «esperti in questo campo da anni nella vendita di accounts Dazn e tanto altro», promettendo sottoscrizioni a 10 euro al mese.
Su un altro canale con oltre tremila iscritti, c’è un messaggio in cui il venditore propone un account a 10 euro al mese, con tanto di post promozionale. Per il pagamento chiede un buono Paysafecard o un buono Amazon, che rimangono alternative valide – e più “sicure” – rispetto ai metodi di pagamento digitale tradizionale.
Quel che lasciano queste “offerte”, comunque, è l’impressione è che si tratti di vere e proprie truffe. Soprattutto da quando Dazn ha eliminato l’opzione del mese di prova gratuito. Molti criminali informatici hanno sfruttato questa opzione in passato, vendendo abbonamenti mensili ottenuti grazie al mese di prova.
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Anche a causa dell’eliminazione del mese di prova è molto probabile, dunque, che le inserzioni odierne sugli abbonamenti a Dazn a basso costo siano essenzialmente truffe. Perché vendere un servizio del genere a meno del suo costo di mercato sarebbe un’attività in perdita per chiunque.