Javier Tebas, presidente della Liga spagnola, non perde occasione per definire una possibile futura Superlega europea come un’idea impossibile. Nella sua posizione la cosa appare quasi obbligata: dirige uno dei massimi campionati nazionali ed è quindi logico che voglia difendere il suo prodotto che verrebbe inevitabilmente danneggiato qualora le grandi d’Europa si confrontassero in un torneo continentale.
In particolare in settimana Tebas si è scagliato direttamente contro il presidente del Real Madrid Florentino Perez, che durante l’assemblea dei scoi del club merengue ha spiegato apertamente come “la Superlega ormai non può più aspettare”. Nei fatti aprendo uno scontro totale ai vertici del calcio spagnolo.
Perez, in realtà, non è stato il primo presidente a schierarsi pubblicamente per la Superlega. Josep Maria Bartomeu, sul punto di dare le dimissioni come numero uno del Barcellona, in ottobre aveva detto che il Barca, se fosse rimasto sotto la sua gestione, sarebbe certamente entrato nelle contrattazioni per la su Superlega.
Le parole di Perez però hanno un peso diverso da quelle di Bartomeu. In priumo luogo perché Don Florentino è tutt’ora al vertice del Real e Bartomeu non è più al comando dei blaugrana. Ma soprattutto perché nello scontro tra Tebas e Perez si assiste infatti a un duello tra il presidente di un’associazione, quale è appunto la Liga, e colui che per blasone, per titoli vinti, per trofei internazionali, per numero di tifosi rappresenta il suo socio di maggiore peso.
La questione però ha evidentemente una importanza che esce dalle polemiche squisitamente iberiche. Il Real Madrid ha da sempre rappresentato l’architrave del calcio europeo. Non solo perché vinse le prime cinque edizioni della Coppa dei Campioni dando lustro con Di Stefano, Gento e Puskas a una competizione che aveva bsiogno di essere lanciata. Ma soprattutto perché può vantare una immagine unica nel mondo del calcio, che va al di là dei 13 titoli di campione d’Europa in bacheca.
Real Madrid Superlega – Gli investitori Usa sono pronti
Come ha spiegato un esperto di brand a Calcio e Finanza, non c’è marchio come il Real Madrid nel mondo del calcio. “Il Real Madrid non ha vinto la Coppa dei campioni per oltre 30 anni nel periodo che va dal 1966 al 1998. Eppure il fascino è rimasto immutato. Non a caso sono pochissimi i giocatori che hanno resistito al fascino della camiseta blancanegli anni. E non parlo solo di Figo o Kakà che hanno lasciato colossi come Barcellona o Milan per arrivare a Madrid. Ma pensate negli anni settanta a Paul Breitner, icona dell’intellighenzia di sinistra applicata al calcio nell’allora Germania Ovest, che accettò nel 1974 il trasferimento al Real Madrid, a torto o a ragione considerato vicino a Francisco Franco (il dittatore spagnolo morirà nel 1975, ndr)”.
Insomma se si muove il Real Madrid l’affare è per forza di cose europeo o mondiale. Tanto più che, secondo quanto risulta a Calcio e Finanza, l’ipotesi Superlega inizia, sottotraccia, a essere valutata da molti topo club europei. “D’altronde con il Covid che ha messo a nudo molte debolezze strutturali ed economiche del calcio continentali come si a non pensarci?”, spiega un manager di una società. Non a caso, secondo la stampa inglese, indiscrezione mai smentita, il Liverpool avrebbe dato un suo assenso di massima all’idea. E il ceo del Benfica Domingos Soares de Oliveira ha spiegato apertamente un mese fa come l’idea Superlega a lui non piaccia ma che sarebbe molto difficile dire di no a una eventuale offerte.
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Secondo quanto trapela, il denaro necessario alla creazione di questo progetto non sarebbe un grande problema. Non solo perché, sempre secondo la stampa inglese, la banca d’affari americana Jp Morgan avrebbe già stanziato un pacchetto da 6 miliardi di dollari per finanziare il nuovo torneo. Ma anche perché molte fondi concordano sul fatto che ci sono molti investitori, in particolar modo americani, che hanno fatto il pieno di liquidità prima del Covid e ora si trovano nella posizione di effettuare investimenti cospicui. E in questo quadro avrebbero individuato nel calcio europeo uno dei settori con maggiore potenziale inespresso. Come testimoniano d’altronde le recenti acquisizioni di Roma e Parma da parte dei Friedkin e di Krause che potrebbero presto seguite da altre operazioni simili.
Il punto più delicato è invece quello politico: ovvero quello di poter fare entrare un torneo siffatto nei delicati rapporti tra grandi club e Uefa. E come rendere tutto possibile all’interno dei sofisticati equilibri che reggono il calcio mondiale. A iniziare dai rapporti, non certo idilliaci, tra Uefa e Fifa.
Quel che è certo però è che l’idea Superlega è sempre più presente nella testa dei grandi club.