Rivera: «Tavecchio mi voleva CT, ma non potevo allenare»

Rivera CT Italia – “La Federazione, Tavecchio in particolare, mi voleva come Commissario Tecnico della Nazionale ma non avevo il titolo per allenare e non potevo diventare CT”. Lo ha…

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Rivera CT Italia – “La Federazione, Tavecchio in particolare, mi voleva come Commissario Tecnico della Nazionale ma non avevo il titolo per allenare e non potevo diventare CT”. Lo ha annunciato l’ex Pallone d’Oro e bandiera del Milan Gianni Rivera, intervenuto ieri, lunedì 21 dicembre 2020, all’interno del programma “Tiki Taka – La Repubblica del pallone”, il talk show sportivo condotto da Piero Chiambretti in onda in seconda serata su Italia 1

“Avevo fatto due corsi da allenatore ma mi mancava l’ultimo – spiega Rivera. – Tavecchio chiese anche al presidente della UEFA di darmi il tesserino di allenatore professionista ma Ceferin rispose che non poteva concedermelo. Così ho deciso di fare il corso finale a Coverciano e ora sono a disposizione”.

Rivera CT Italia – Il cuore rossonero, il Milan di Pioli e la panchina del Torino

La bandiera del Milan ha poi parlato di vari temi sul calcio attuale partendo proprio dal cuore rossonero: “Il mio cuore è rimasto così. I colori che ho vissuto nella mia vita da calciatore sono il rosso e il nero. Ho cominciato con l’Alessandria, ma da quando mi sono trasferito al Milan i miei colori del cuore sono diventati rossoneri. Poi hanno deciso di chiamarmi in Parlamento e sono andato”.

E sulla lotta stracittadina, tra Milan e Inter, per il primato in classifica: “La squadra più forte è quella che sta davanti. Bisogna tenere conto anche della classifica, se il Milan è primo ci sarà una ragione. Per adesso è il Milan, poi vedremo cosa succederà ma speriamo rimanga in testa”.

Sul gol lampo di Leao, viziato da un errore arbitrale, Rivera spiega: “Credo che l’arbitro non abbia proprio visto nulla altrimenti avrebbe fermato il gioco. Ma è stata un’azione eccezionale quindi va perdonato il piccolo errore arbitrale”.

E per quanto riguarda gli insulti agli arbitri, confessa: “Per quanto mi riguarda non era mia cultura quella di mandare a quel paese l’arbitro. Come capitano magari mi capitava di chiedere anche in modo forzato il perché avesse fischiato o meno quel fallo”.

Sull’ipotesi di allenare il Torino, l’ex bandiera del Milan ha detto: “Ci sono dei problemi e delle situazioni da risolvere con Cairo. Abbiamo una causa in corso, quindi non credo sia possibile”.

Chiosa finale su Maradona: “È difficile avere un pensiero su Maradona se non l’hai conosciuto. Ti devi fidare di quelli che l’hanno incontrato e non tutti dicono la stessa cosa: c’è chi lo esalta e chi lo abbatte. Io non l’ho mai conosciuto, gli ho parlato solo una volta ai Mondiali del 1986 in Messico”.