Il protocollo Uefa in caso di contagio da Covid-19

Siamo ormai alla viglia dell’inizio final eight di Champions League e sembra rientrato l’allarme Atletico Madrid. La squadra di Simeone nei gironi scorsi ha dovuto fare i conti con la…

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Siamo ormai alla viglia dell’inizio final eight di Champions League e sembra rientrato l’allarme Atletico Madrid. La squadra di Simeone nei gironi scorsi ha dovuto fare i conti con la notizia della positività di Correa e Vrsaljko, che non potranno partire per Lisbona. Il secondo giro di tamponi non ha rilevato altre positività perciò il gruppo guidato dal Cholo volerà oggi verso il Portogallo. La spedizione dei Colchoneros sarà composta da 25 giocatori: 21 della prima squadra e 4 del vivaio, tutti inclusi nella Lista A.

Secondo il protocollo stabilito dalla Uefa per la Final 8 di Champions, una squadra colpita dal contagio del Covid-19 può presentarsi in campo se ha a disposizione, sani e negativi al test, 12 giocatori di campo più un portiere iscritti alla Lista A fornita dal club alla Uefa per la competizione. La lista di giocatori potrebbe essere incrementata con altri elementi, a due condizioni: che siano tesserati del club e che abbiano superato la prova del tampone, come riporta la Gazzetta dello Sport.

L’Atletico potrebbe perciò permettersi di perdere 12 uomini, sempre che si salvi un portiere, e in questa situazione limite potrebbero essere chiamati alcuni ragazzi del filial o della cantera da Madrid per completare la panchina.

Se il contagio dovesse essere massivo e una squadra non potrà presentarsi in campo con 13 della Lista A si proverà a spostare la gara, ma visto che in termini di giorni disponibili si viaggia sul filo del rasoio, con ogni probabilità il club che ha subito il contagio perderà 3-0 a tavolino, spiega il quotidiano sportivo.

Esiste anche un’altra possibilità che può portare al blocco di una sfida in caso di contagio generalizzato: la decisione delle autorità sanitarie del governo locale di mettere in quarantena in isolamento un’intera squadra per motivi precauzionali legati alla prevenzione di ulteriori contagi.

Il protocollo dell’Uefa stabilisce che i giocatori delle squadre che disputano le competizioni europee vengano testati 48 ore prima di viaggiare alle sedi delle gare (il tampone di sabato 8 a cui sono stati sottoposti i giocatori dell’Atletico era stato fatto in vista della partenza di lunedì 10), e poi di nuovo a 48 ore dalla partita.

E devono essere tutti test approvati dalla Uefa. Il brasiliano della Juve Arthur sabato si è presentato al Camp Nou per vedere Barça-Napoli ed è stato rimandato a casa: al ritorno dal Brasile il giorno prima si era sottoposto a un test per conto suo, e la Uefa pur accettandone la validità non ha concesso deroghe: la prova non era stata fatta con la procedura imposta dal protocollo Uefa.