Bilancio Milan – Qual è lo stato di salute delle finanze del Milan? Calcioefinanza ha provato a stimare le principali di voci conto economico per l’esercizio che si chiuderà al 31 dicembre 2014, che si caratterizzerà per minori ricavi rispetto al passato in seguito alla mancata qualificazione alla Champions League.
Mentre i top club europei, come il Real Madrid, il Barcellona e il Manchester United, continuano a vedere i propri ricavi crescere, consolidandosi sopra i 500 milioni di euro, il Milan, che ancora fino allo scorso esercizio poteva contare su un fatturato, al netto delle plusvalenze del calciomercato, di circa 250 milioni, dovrebbe infatti chiudere l’esercizio al 31 dicembre 2014 con ricavi di poco superiori ai 200 milioni (210 milioni secondo le stime più ottimistiche della Gazzetta dello Sport). Un drastico calo del fatturato di fronte al quale la dirigenza rossonera, guidata dallo strano tandem formato da Galliani e Barbara Berlusconi, avrebbe avviato, stando alle cronache e alle dichiarazioni degli ultimi mesi, una drastica spending review.
Bilancio Milan 2014 – Obiettivo autofinanziamento
L’obiettivo, imposto sia dalle regole del Fair Play Finanziario sia dall’azionista Fininvest, che solo negli ultimi 6 esercizi ha iniettato risorse nel club per circa 271 milioni (una media di circa 45 milioni a stagione), rimane quello dell’autofinanziamento. Tuttavia, nonostante non pochi osservatori abbiano ben giudicato il lavoro fatto da Galliani nell’ultima campagna trasferimenti, sia in termini sportivi sia sotto il profilo delle compatibilità finanziarie, il Milan sembra essere ancora lontano dall’obiettivo del pareggio di bilancio. A meno di operazioni straordinarie, di cui al momento non c’è evidenza, in grado di colmare il gap che ancora esiste tra costi e ricavi, difficilmente il Milan chiuderà l’esercizio in corso evitando il rosso sull’ultima riga di bilancio.
Bilancio Milan 2014 – Il rischio del circolo vizioso
Ma il vero rischio è che, se la squadra di Inzaghi non dovesse riuscire nell’impresa (sulla carta complicata) di chiudere questa stagione tra le prime tre in campionato, e il club non potrà disporre nemmeno il prossimo anno del tesoretto garantito dalla partecipazione alla Champions, la società debba essere costretta a lavorare esclusivamente sul taglio dei costi, limitando di fatto la possibilità di rafforzarsi attraverso nuovi acquisti sul mercato. Il pericolo che si generi un circolo vizioso “meno ricavi, meno investimenti – meno investimenti, meno vittorie – meno vittorie, meno ricavi” è dunque concreto. Anche perché rispetto al passato recente per il Milan fare utili con le plusvalenze da calciomercato è sempre più difficile, come si può vedere nella tabella seguente.
Rispetto al bilancio 2012, in cui il Milan realizzò plusvalenze per 53,4 milioni grazie alle cessioni di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva al Paris Siant-Germain, e al bilancio 2013, 24 milioni di plusvalenze legate alle uscite di Pato e Boateng, nel 2014 i capital gain legati a cessioni di calciatori dovrebbero attestarsi vicino ai 7 milioni. Secondo le stime di Calcioefinanza.it la cessione di Mario Balotelli al Liverpool per 20 milioni di euro avrebbe fruttato al club rossonero una plusvalenza di 4,33 milioni, cui va sommata quella da 5,85 milioni realizzata sulla cessione di Brian Cristante (a bilancio a fine giugno a 142mila euro) al Benfica e sottratta la minusvalenza realizzata con la cessione di Kevin Costant al Trabzonspor, pari a circa 3,3 milioni (al momento della cessione per 2,5 milioni il difensore francese era a bilancio a 5,8 milioni). Qualcuno, nei dibattiti sui social network, aveva sottolineato come il bilancio 2014 del Milan avrebbe beneficiato anche dalla risoluzione della comproprietà di Alberto Paloschi, che in estate è passato definitivamente al Chievo. Ma in realtà i 3 milioni incassati dal club rossonero per il 50% de giocatore sono inferiori ai 3,5 milioni di euro cui tale quota era iscritta nelle immobilizzazioni finanziarie nel bilancio Milan.
Bilancio Milan 2014 – La spending review non basta
A fronte di questa situazione, l’unico modo per riequilibrare i conti è quello di tagliare i costi. Ma secondo le stime di C&F sul conto economico 2014 del Milan la spending review potrebbe non essere sufficiente per raggiungere il pareggio almeno a livello di risultato operativo (ovvero l’utile prima del pagamento degli interessi sul debito e delle imposte).
Rispetto al 2013, infatti, l’unica voce di costo che dovrebbe contrarsi significativamente è rappresentata dal costo del personale, che dovrebbe scendere dai 151 milioni del passato esercizio a poco più di 112 milioni a fine 2014. Questo non tanto in virtù della tanto sbandierata decurtazione degli ingaggi a valere sulla stagione in corso, quanto per il mancato pagamento del premio che negli altri anni era stato pagato a calciatori e staff tecnico per la qualificazione alla Champions League, pari a circa il 20% del costo fisso.
Come spiegato con dovizia di particolari nel post Bilancio Milan 2014 – Stipendi giocatori e ammortamenti la mancata qualificazione alla Champions League 2014/15 non porterà, come erroneamente sostenuto da qualcuno, ad un taglio del 20% dello stipendio, anche se il mancato pagamento del premio a valere sulla stagione 2013/14 avrà comunque l’effetto di far risparmiare al Milan circa 22 milioni.
Bilancio Milan 2014 – Il peso degli ammortamenti
Nonostante la politica dei “parametri zero” portata avanti in questi anni da Galliani, ciò che continua a non diminuire significativamente è il livello degli ammortamenti dei cartellini dei giocatori. Secondo le stime di C&F, anche per l’esercizio 2014 il totale degli ammortamenti (compresi quelli relativi al settore giovanile e ad altri asset a bilancio) dovrebbe attestarsi attorno ai 50 milioni, in linea dunque con il 2013, mentre quelli relativi ai cartellini della prima squadra dovrebbero attestarsi attorno ai 30 milioni, anche perché sull’esercizio 2014 pesano parte degli ammortamenti de giocatori ceduti in estate (Balotelli e Constant) e di quelli dati in prestito, quindi con risparmio dell’ingaggio, ma tuttora a bilancio come Robinho, Matri e Birsa.