Agnelli: «Il 2019/20 anno zero: è ora di pensare in grande»

Ha appena preso il via l’assemblea degli azionisti della Juventus, con il discorso del presidente Andrea Agnelli.

“Oggi chiederemo a voi Azionisti di approvare un aumento di capitale da 300 milioni…

Plusvalenze Juventus - Ascesa e declino della Juventus di Andrea Agnelli

Ha appena preso il via l’assemblea degli azionisti della Juventus, con il discorso del presidente Andrea Agnelli.

“Oggi chiederemo a voi Azionisti di approvare un aumento di capitale da 300 milioni destinato al nostro piano di sviluppo 2019/2024 che ha come principali obiettivi il mantenimento della competitività sportiva, l’incremento dei ricavi operativi e della visibilità   del brand Juventus nei mercati internazionali e il consolidamento dell’equilibrio economico-finanziario. Per l’Italia un prestito obbligazionario da 175 milioni e un aumento di capitale da 300 milioni ha destato stupore. I nostri numeri sono importanti, sono numeri che sembrano enormi se confrontati alla realtà italiana, ma il nostro riferimento sono i grandi club europei. Oggi lo possiamo dire con orgoglio, siamo la più grande società di calcio in Italia ma solo una delle realtà a livello europeo”, le parole di Agnelli.

“Quando guardiamo le principali società in Europa hanno fatturato che si aggirano tra i 500 e il miliardo di euro, sono queste le realtà che devono essere il nostro benchmark. Il nostro livello di fatturato attuale è il fatturato che il Real Madrid aveva nel 2010. È evidente che i tassi di crescita che abbiamo sviluppato sono stati superiori, però in questa crescita c’è ancora un divario che noi dobbiamo colmare. Abbiamo la necessità di tenere il passo con le nostre realtà e i nostri benchmark e competitor in Europa. Per tenere il passo dobbiamo confermare quello che è stato il nostro metodo di gestione che ci ha permesso di ottenere risultati straordinari. Metodo di gestione che si basa sulla responsabilità di tre aree specifiche, guidate da Fabio Paratici responsabile area sport, perché non dobbiamo dimenticarci che attività principale è quella sportiva, che però è ovviamente influenzata dal lavoro degli altri settori, guidati da Marco Re e Giorgio Ricci con la capacità di generare risorse. Tre responsabilità chiare e allocate, che devono lavorare in simbiosi per ottenere i risultati”. 

“Se pensiamo a cosa è successo dal 2010 al 2019, abbiamo visto il nsotro fatturato arrivare a superare i 600 milioni in questa stagione. Abbiamo anche avuto un altissimo impatto occupazionale, per portare avanti le attività della società. Un impoatto anche sul territorio, poche aziende hanno assunto in Italia quando noi in questi anni. Nel 2010/11 eravamo 85 dipendenti, ora siamo 258 per un totale organico di 885 persone che lavorano in Juventus. Abbiamo creato più di un miliardo e 200 milioni di valore in questi nove anni. Non posso non pensare poi al percorso sul campo di cui possiamo essere orgogliosi. In questo momento il mio pensiero va a chi ha vinto gli otto scudetti di fila, il capitano Giorgio Chiellini e anche Andrea Barzagli. Un pensiero va anche al contributo di Max Allegri, determinante nella crescita della Juventus”.

“A questo si aggiungono i successi in patria e la costante competitività in Champions League. E questo è dimostrato dal nostro Ranking Uefa. Siamo passati dal 42esimo al 5o posto e ci sono ragionevoli basi per immaginare che alla fine di questa stagione potremo superare il Bayern Monaco e arrivare al quarto posto. Questi anni non sono stati privi di gestioni di situazioni complesse, che non hanno fatto altro che forgiare ulteriormente il gruppo dirigente della società. Pensiamo alla gestione del calcio scommesse che ha coinvolto i tesserati Juventus nel 2012, fatti avvenuti comunque in altre società. Fabio potrebbe scrivere un libro sulla gestione di una squadra senza allenatore. Quale altra società sarebbe stata in grado di gestire sei mesi senza il primo allenatore? Questo ha forgiato ulteriormente i dirigenti. Penso all’inchiesta Alto Piemonte e la successiva inchiesta antimafia. Sono stati periodi intensi e pesanti e ultimo ma non ultimo l’inchiesta Last Banner per le estorsioni ai danni di Juventus”.

“Penso a questi anni e devo ricordare a tutti noi che la nostra, vostra società ha investito circa 400 milioni in vinestimenti diretti. Stadium 180 milioni, nuova sede, JTC, J Medical e negozio. Circa 100 milioni attraverso il J Village, 90 milioni per l’area est, sono complessivamente circa 400 milioni investiti nel patrimonio. Penso il coraggio avuto nel 2017 nel presentar il nostro nuovo logo. Accolto con scetticismo inizialmente, ma gli altri riconoscono ora il coraggio avuto e la valenza assoluta di questo nuovo logo, definito perfettamente. Abbiamo strada facendo ampliato il settore professionistico. Il settore delle donne, guidato sapientemente dal miglior dirigente del calcio femminile, Stefano Braghin. Ha costruito una grande struttura, non sono ancora professioniste ma sono gestite come tali. Squadra che ha vinto due scudetti e una coppa Italia con coach Guarino, che si merita un applauso oltre che un in bocca al lupo da parte di tutti noi perché domenica giocheranno la Supercoppa e speriamo di portare a casa quel trofeo. Settore ampliato con la nascita della squadra Under 23 e da questo punto di vista c’è Cherubini, che non è qui, ma con grande sapienza, sagacia e abnegazione sta portando avanti quella parte meno visibile, ma importante”.

“Solo nell’ultima stagione abbiamo attratto il migliore del mondo, Cristiano Ronaldo, che spero quest’anno possa vincere il Pallone d’Oro perché lo merita. Siamo diventato la squadra con il maggior numero di seguaci digitali, con 90 milioni di followers e un engagement medio al mese di 1,2 miliardi di interazioni. Da ultimo, ma non ultimo, l’apertura del J Hotel, aperto al pubblico a settembre e nella scorsa stagione l’apertura dei nostri store diretti a Milano e Roma e l’ufficio di Hong Kong. Sono risultati importanti, che ci rendono orgogliosi, ma questo si riferisce al passato. Viviamo, come spesso mi è ricordato di dirvi, in una industry molto complessa”.

“Oggi ho preferito fare un’analisi generale dell’industria. Abbiamo punti di forza straordinari, ma anche debolezze che devono farci riflettere. Punto di forza è senza dubbio la crescita del settore, con le prime 5 leghe che ormai monopolizzano la scena, sono cresciute del 15%. E all’interno di queste leghe c’è un gruppo di club che monopolizza queste leghe e questi club sono cresciuti del 7%. La crescita di queti grandi club da più del 50% deriva dalla crescita dell’area commerciale e questo ci rende in una situazione di disentermediazione. Stiamo perdendo la dipendenza dei nostri ricavi dai diritti televisivi, che rimangono sì importanti, ma quest’anno i ricavi commerciali superano i ricavi dai diritti televisivi domestici, che pesano circa il 20% del nostro fatturato. Nei grandi club europei pesano tra il 40 e il 60% e questi risultati devono farci ben sperare. Esistono anche debolezze”.

“Come gestiamo questo maniopoli di club che domina la crescita e monopolizza i risultati sportivi? Pensiamo al monopolio del Bayern in Germania, al nostro di cui siamo orgogliosi in Italia. Abbiamo monopoli sportivi che generano forte tensione all’interno delle leghe di riferimento. Questo deve far riflettere su quella che sarà la gestione delle competizioni future e la loro finalità. Abbiamo minacce che devono essere tenute in considerazione. Si parla spesso della Lega di A, ma in generale si combatte ovunque con la pirateria. Perdere eventualmente l’esclusività dei diritti sportivi può far perdere essi valori. Abbiamo un audience televisiva del calcio europeo, che deve far riflettere. Pensiamo anche ai dati che si sviluppano al mondo egli esports. Un dato su tutti, la finale di League of Legends, nel 2017 ha avuto 58 milioni di spettatori. E questi dati, da qualsiasi rapporto, sono in crescita”.

“Gli sport nazionali sono in crescita nelle fasce minori, le nuove attività nel campo dell’intrattenimento sono in crescita. Abbiamo anche opportunità, infatti il fatto che sia diminuito il peso dell’impatto dei diritti televisivi significa avere meno intermediari e poter essere proprietari dei nostri contenuti. E da questo punto di vista la novità del digital deve essere strategica e ci sono riflessioni in corso. Questa può essere una nostra killer application. Devono essere individuati strumenti per farci fare un grande salto nei ricavi attraverso i ricavi commerciali. Focus sulle nuove generazioni. Aver iniziato studi  che ci permettono di conoscere meglio i millennial e la generazione Z, può essere importante. Viviamo con un grande proliferare di piattaforme OTT e questo deve farci vedere coinvolti. La federazione ha annunciato il lancio su Tim Vision, la UEFA ha annunciato il lancio di UEFA TV e noi dovremo essere bravi a cogliere le opportunità che il mercato ci darà”.

“L’ultima opportunità è il calcio femminile. Il tutto esaurito fatto registrare qui è un fatto positivo, poi un grande Mondiale ha ulteriormente enfatizzato l’attenzione. Il calcio femminile apre a nuovi mercati e nuovi consumatori e vogliamo farci trovare pronti a cogliere queste opportunità. E per questo oltre che approvare il bilancio vi chiederemo l’aumento di capitale per lo sviluppo”.

“Nel piano approvato nel 2014 volevamo far diventare Juventus un marchio globale. Questo a mio giudizio è un risultato ottenuto. La visione del nuovo piano deve essere far prosperare Juventus come brand globale e questo ci deve essere riconosciuto da tutti, comprese le nuove generazioni. Dobbiamo essere un brand moderno, innovativo e iconico. La missione deve rimanere quella di sempre, con lo sport al centro, e guardo Pavel e Fabio. Dobbiamo mantenere la leadership sportiva in Italia, competere ad alto livello in Europa. I principali obiettivi che il piano si pone è quello di continuare a partecipare alla Champions, mantenendo l’attuale coefficiente UEFA e rimanere, e questo non è semplice vista la dimensione della Premier League, tra le prime 12 in Europa come fatturato, avere un’incidenza del costo dei tesserati tra il 55% e il 60% e aiutare a riposizionare la Serie A nel mercato globale”.

“Oggi noi vogliamo immaginre il 2019/20 come un nuovo anno zero, per pensare in grande. L’aumento di capitale chiesto nel 2011 era volto a un risanamento societario evidentemente completato, negli asset e nel valore della prima squadra, l’obiettivo dell’aumento di capitale del 2019 è invece lo sviluppo della società e accertarsi di rispettare tutte le norme del FFP. Oggi vi chiederemo di approvare il bilancio, ma anche la fiducia a questo gruppo dirigente per raggiungere insieme nuovi grandi traguardi”, ha concluso Agnelli.

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