Come nasce un nuovo torneo Uefa? E come vengono studiate e approvate le riforme? Una domanda sicuramente di attualità considerando le discussioni in atto sulla riforma della Champions League e in vista dell’introduzione di una terza coppa europea.
La “Gazzetta dello Sport” ha spiegato il processo decisionale da cui passa la creazione di una nuova competizione. La sede istituzionale è l’Uefa, ma qualunque decisione è sempre preceduta da discussioni “politiche” che hanno un peso non indifferente, com’è stato – nel caso della nuova Champions – per il vertice di ieri a Madrid e come sarà per quello odierno a Nyon.
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Come nasce un nuovo torneo Uefa, le fasi
Queste le fasi salienti:
1) Comincia tutto da una proposta formale del Dipartimento Competizioni Uefa;
2) La proposta viene girata al Club Competitions Committee Uefa (CCC), uno dei comitati di Nyon, il quale deve studiarla per elaborare un progetto;
3) Il progetto è presentato all’ Esecutivo che ha il potere di approvare o respingere.
Il presidente del CCC è il portoghese Fernando Gomes, mentre i vicepresidenti sono l’inglese Gill, l’olandese Van Praag e il greco Pilavios (in quota Uefa), oltre all’italiano Gandini (in quota Eca). In totale 18 membri (13 Eca, 4 Uefa e 1 Leghe). Ci sono rappresentanti di Barcellona, Bayern Monaco, Real Madrid, Manchester United, Inter, ma anche Legia Varsavia, Celtic, Psv e Buducnost. Il presidente nomina una task force, composta da circa la metà dei membri, con il compito di studiare fattibilità, valore tecnico e redditività.
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Lo studio, una volta completato, viene poi presentato alla Commissione e votato. Serve la maggioranza semplice per l’approvazione (50%+ 1), ma normalmente si arriva all’unanimità. Il progetto approvato passa all’Esecutivo, composto da 20 membri (tra i quali 2 dell’Eca, Agnelli e Al Khelaifi, e uno delle Leghe, Olsson).
Naturalmente c’è prima una discussione politica, affinché l’Esecutivo ratifichi il progetto per come viene presentato. Se però non c’è l’accordo, il progetto viene rimandato al CCC con suggerimenti o altro. Serve quindi una rielaborazione e un nuovo invio. Di solito, al secondo invio segue l’ok dell’Esecutivo. In caso però di nuovo disaccordo, per regolamento tocca al presidente Uefa (Ceferin) e a quello Eca (Agnelli) trovare la soluzione.