Diritti tv, il giudice sul bando di Mediapro: «Abuso di posizione dominante»

«Abuso di posizione dominante», «responsabilità editoriale», «squilibri nel mercato» e «prezzi al consumatore in aumento»: questi i principali punti intorno a cui ruota la decisione del Tribunale di Milano con cui è…

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«Abuso di posizione dominante», «responsabilità editoriale», «squilibri nel mercato» e «prezzi al consumatore in aumento»: questi i principali punti intorno a cui ruota la decisione del Tribunale di Milano con cui è stato di fatto annullato il bando realizzato da Mediapro per la vendita dei diritti tv 2018/21 della Serie A.

Secondo quanto si legge nel dispositivo, l’offerta di pacchetti con «contenuti informativi e pubblicitari» porta Mediapro ad assumere «una forma di responsabilità editoriale», che «pare collocarla al di fuori dell’ambito di attività propria dell’intermediario indipendente». Secondo il giudice Claudio Marangoni, i pacchetti evidenziano «obbiettive problematicità», mentre emergono «fondate perplessità sull’effettivo ruolo» della società spagnola.

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«Mediapro Italia  – prosegue il giudice – mediante la predisposizione dei contenuti informativi e pubblicitari compresi nei prodotti audiovisivi facenti parte dei pacchetti principali esclusivi intenderebbe estendere di fatto la sua influenza anche nel mercato a valle della raccolta pubblicitaria e della fornitura di contenuti in una sorta di integrazione verticale tra detti mercati. Risulterebbe inoltre individuabile una condotta intesa a dare luogo a pratiche leganti, posto che in forza della sua posizione dominante sul mercato dell’offerta dei diritti televisivi sul campionato di serie A Mediapro Italia condiziona la cessione di tali diritti alla contestuale cessione di servizi economicamente separabili e il cui collegamento con il prodotto principale non pare sostenuto da esigenze effettive di collegamento tra essi»

Il bando avrebbe prodotto un «effetto distorsivo (…) del tutto idoneo a determinare gravi squilibri nel mercato e in danno dei singoli operatori dell’informazione interessati in ragione della notevole influenza sulla acquisizione (e perdita) di quote di mercato che l’esito della gara produrrebbe sull’uno o l’altro dei protagonisti della vicenda e la sostanziale impossibilità di un integrale ristoro di tale pregiudizio in sede di mero risarcimento monetario del danno», si legge nella decisione del giudice.

La sede di Mediapro (foto Mediapro.tv)

Inoltre, il bando così costruito avrebbe portato ad un aumento dei prezzi per i tifosi: «i prezzi al consumatore» dei diritti tv della Serie A «sarebbero inevitabilmente gravati» a causa delle spese maggiori effettuate dagli assegnatari dei pacchetti per personalizzare il prodotto a livello editoriale e pubblicitario. È stata così respinta la tesi di Mediapro secondo cui la procedura di gara sarebbe stata costruita per allargare il mercato.

Tuttavia, spiega il giudice Marangoni, «i tempi ancora disponibili sembrano consentire la ripresa di una procedura di gara avente diversi contenuti nelle sue proposte di pacchetti»: in sostanza, Mediapro avrebbe tempo per presentare un nuovo bando, nel rispetto non solo delle linee guide dettate dall’antitrust ma anche di questa decisione del Tribunale. Resta da vedere, aspettando anche il probabile ricorso, quali saranno però le reali intenzioni del gruppo spagnolo.