Platini: "nessuna esclusione dalle coppe ma sanzioni per chi non rispetta il Fair Play Finanziario"

«Le prime decisioni sul fair play finanziario saranno annunciate all’inizio di maggio. Ma se vi aspettate lacrime e sangue resterete delusi. Ci saranno delle cose dure ma non…

Calcio 2005/2006

«Le prime decisioni sul fair play finanziario saranno annunciate all’inizio di maggio. Ma se vi aspettate lacrime e sangue resterete delusi. Ci saranno delle cose dure ma non esclusioni dalle competizioni europee». È quanto precisa Michel Platini, presidente dell’Uefa, in un’intervista al quotidiano Parisien. Secondo il numero uno dell’Uefa il fair play finanziario ha già avuto un impatto importante. «Basta guardare le perdite accumulate dai club europei che sono passate da 1,7 miliardi di euro a un miliardo quest’anno. Quindi siamo sulla buona strada anche se alcuni club sono ancora borderline».

Platini si è soffermato in particolare sulla situazione del Paris Saint-Germain: «Diciamo solo che il modello economico del Psg è particolare e atipico. Questo contratto con l’ufficio del turismo del Qatar è innovativo, è il minimo che possiamo dire», sottolinea alludendo all’accordo firmato nel 2012 e che frutta al club transalpino circa 200 milioni l’anno, quasi il 50% del budget del club.

Alla domanda se il Paris Saint-Germain stia pericolosamente giocando con il limite della regola, il numero uno del calcio europeo ha risposto: «No. Non possiamo dire questo. Ho parlato con Nasser al-Khelaifi e Jean-Claude Blanc (presidente e direttore generale del Psg, ndr) e questo non è il loro spirito. Hanno semplicemente scelto una via per finanziare i loro investimenti e raggiungere l’equilibrio. Ma il Psg rispetta le regole del fair play finanziario? Non ne sono affatto sicuro».

Platini sembra escludere il rischio che la montagna, rappresentata dalle norme del fair play finanziario, possa partorire un topolino: «Lo vedrete. Ma penso che delle sanzioni significative andranno a toccare dei grandi club».

A giudicare dalle parole di Platini dunque, le osservazioni formulate dai club, specie quelli più facoltosi, per ammorbidire parzialmente l’applicazione del Fair Play Finanziario, sembrano essere state accolte.

Secondo quanto appreso da Calcioefinanza.it, infatti, durante l’ultima assemblea della European Club Associatuion (Eca), l’associazione presieduta da Karl-Heinz Rummenigge che riunisce le principali società europee, tenutasi ai primi di marzo a Barcellona, la Uefa avrebbe manifestato la sua disponibilità a valutare le proposte di riforma del regolamento sul Fair Play Finanziario arrivate dai club e dalle federazioni nazionali.

Non solo, in quell’occasione, i tecnici della Uefa avrebbero presentato ai club una bozza, contenente un aggiornamento del regolamento sul financial fair play. Da allora sono passati quasi 2 mesi ed è possibile che l’Eca e i singoli club abbiamo già inviato a Nyon le proprie osservazioni sulla bozza del nuovo regolamento.

Secondo indiscrezioni, infatti, l’Eca, al cui interno figurano sia club al momento in regola con i parametri del financial fair play, come il Bayern di Monaco, il Real Madrid e l’Arsenal, ma anche società che, per ragioni differenti, avrebbero problemi a centrare i requisiti di bilancio previsti dalla Uefa, come il Paris Saint-Germain, il Monaco e il Manchester City, ma anche le italiane Inter e Roma, avrebbe fatto presente all’organizzazione guidata da Platini che rispetto al 2010, quando il regolamento è stato redatto, il contesto economico di riferimento è profondamente mutato.

Non solo molti club, non solo per i vincoli imposti dall’Uefa, hanno avviato un percorso di risanamento dei propri conti, anche se sono ancora a metà del guado, ma allo stesso tempo l’ingresso sulla scena degli sceicchi arabi e dei magnati russi, che hanno rilevato le proprietà di Psg, Manchester City e Monaco, non può essere considerato un elemento negativo per il calcio europeo.

Il fatto che importanti capitali provenienti dal Golfo o dalla Russia siano stati investiti nei club del vecchio continente rappresenterebbe infatti un elemento da tutelare, pur nel rispetto della disciplina di bilancio, anziché punire.