Malagò striglia il calcio: "Con blocchi divisi le riforme sono più difficili"

Non è detto che un’elezione viva del presidente della Federcalcio possa rappresentare un bene per il mondo del pallone italiano; non tanto per il voto in sé ma perché una eventuale

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Non è detto che un’elezione viva del presidente della Federcalcio possa rappresentare un bene per il mondo del pallone italiano; non tanto per il voto in sé ma perché una eventuale spaccatura della FIGC potrebbe minare il processo di riforme di cui il calcio made in Italy ha (assoluto) bisogno. È in sintesi questo il pensiero di Giovanni Malagò che chiacchierando con i cronisti a Roma è stato spinto a commentare l’annuncio dato ieri da Andrea Abodi: il presidente della Serie B ha ufficializzato l’intenzione di correre a numero uno della FIGC e sfilare la poltrona presidenziale a Carlo Tavecchio.

“C’è bisogno di andare avanti con un processo di riforme, se hai in partenza dei blocchi contrapposti e contrari diventa tutto più difficile. Se invece devi gestire l’ordinario, va anche bene…”, spiega Malagò che conosce bene le spaccature all’interno del mondo del calcio. “Se ci sono più contendenti – precisa il numero uno dello sport italiano, anche lui in campagna elettorale per il rinnovo – significa che c’è vivacità e volontà di avere più rappresentanti. Ci sta, per carità, ma se tu hai una federazione che già due anni e mezzo fa aveva schieramenti predefiniti e tu a distanza di 2 anni e mezzo ti ritrovi in una situazione simile…”, lascia in sospeso Malagò che, per dirla in altre parole, si cruccia del perché la scelta di un ritorno al punto di partenza.

“Non mi auguro 4 anni di ordinaria amministrazione – aggiunge – perché tutti abbiamo bisogno di fare riforme, Coni compreso. Mi auguro, chiunque vinca, che riesca a portare avanti il programma” che per-forza dovrà essere ambizioso e non potrà limitarsi alla gestione degli affari della Nazionale, ma dovrà ambire a riscrivere nel complesso le regole politiche del calcio italiano.

Intanto, il presidente del CONI riesce ad esprimere un pizzico di soddisfazione per la scelta della Serie A di andare al voto per l’elezione del suo presidente prima dell’assise Federale del 6 marzo. Non era affatto scontato che accadesse, ma in realtà potrebbe essere solo un atto formale la convocazione per lunedì 20 febbraio perché si potrebbe non raggiungere il quorum per la nomina. Tuttavia, l’apparenza è salva: “Sono contento che, dietro richiesta della Figc, la Lega di Serie A ha stabilito la data dell’assemblea elettiva, era l’unica componente che mancava”, ha ricordato Malagò.