Carlo Tavecchio squadre B in Lega Pro: arriva l’apertura del numero uno della FIGC che in cambio chiede alla Serie A di condividere qualche risorsa in più con il resto del calcio. È uno dei tanti passaggi dell’intervista del numero uno della FIGC rilasciata a Tutti Convocati, la striscia quotidiana di Radio 24 dedicata al pallone. Nel corso della sua chiacchierata con la radio di Confindustria, Tavecchio ha parlato del suo mondo a tutto campo, ricordato le riforme fatte e quelle in cantiere; senza dimenticare tutto ciò al quale ha dovuto rinunciare. Quello appena incominciato è l’anno delle elezioni federali, Tavecchio si ricandiderà ed è in campagna elettorale. Del 2016 appena concluso dice: “È stato un anno importante”.
Tavecchio squadre B in Lega Pro: “Ci sia complementarietà”
La parola d’ordine è “complementarietà” tra le leghe del calcio italiano. È la strada che permetterà al pallone di proseguire il suo percorso in modo sostenibile. Tavecchio spiega che per raggiungere un equilibrio sistemico la sua ricetta originaria, come noto, era rappresentata dalla riforma dei campionati, con la riduzioni a 18 squadre partecipanti in ogni categoria, ad eccezione della Lega Pro che ne avrebbe avuti il doppio.
Il totale sarebbe stato di 72 squadre professioniste in campo, ma la rivoluzione è stata bocciata dai protagonisti. Racconta Tavecchio che “quando abbiamo fatto questi discorsi ci siamo scontrati con il ‘no’ della Serie A che avrebbe ridotto il suo potenziale d’accesso con due società che prendono come minimo 25 milioni a testa, e con quello della B che ha bisogno di avere posti nuovi”. La sola a cercare “di ridurre” il numero delle iscritte ai propri campionati è la Lega Pro.
Allora la gestione dell’ex numero uno dei dilettanti ha cambiato strategia: non più riduzione forzata del numero dei club, ma virata verso un rating-compatibile con ferrei requisiti finanziari per l’iscrizione ad ogni lega. Morale: chi può resta in corsa, gli altri dicono addio.
“Credo che adesso si debba passare a un rapporto di complementarietà tra la Lega di A e le leghe sottostanti: anche sulle seconde squadre in Lega Pro, se questa accetta di essere considerata una parte proponente del sistema e di individuare dei contributi consistenti”. Secondo Tavecchio, in soldoni, “se non c’è una mutualità che viene dalla complementarietà” è difficile trovare delle soluzioni e i grandi del calcio dovranno sborsare qualcosa in favore dei piccoli: “Dai 30 ai 50 milioni in più”, rispetto a quanto già non versino adesso.
Tavecchio: “Non posso escludere deroghe per norme finanziarie”
Tavecchio definisce l’anno appena concluso “importante per le riforme strutturali” fatte, ma nel corso della sua chiacchierata con Tutti Convocati su Radio 24 apre a possibili deroghe proprio sui requisiti finanziari che le società italiane dovranno rispettare a partire da quest’anno: “Mi auguro di non fare delle deroghe per le norme finanziarie stringenti, l’intervento di controllo sta arrivando al cuore del problema”.
Il numero uno del calcio italiano dice di non poter “garantire che non ci siano deroghe perché ci sono dei problemi anche di ordine pubblico: se una città importante ha dei problemi, i problemi si trasformano in altra natura. È un problema di ordine pubblico”.
Tavecchio: “Con Infantino andavamo insieme in Val Camonica”
Il 2016 appena concluso ha segnato il ritorno dell’Italia in prima linea nello scacchiere della politica del calcio mondiale. La FIGC di Tavecchio, conti alla mano, ha azzeccato tutti gli endorsement – a Gianni Infantino e Alex Ceferin – e in cambio ha ottenuto l’elezione di Evelina Christillin (“una donna che conosce il calcio, anche se di parte”) e l’Europeo Under 21 del 2019 in Italia.
Un rapporto molto stretto con il presidente della FIFA tanto è vero che Tavecchio non ha paure di definirsi “amico di Infantino, andavamo in Val Camonica insieme a fare i tornei estivi“, dice prima di approvare a denti stretti l’idea del Mondiale XL: “Credo ci siano dietro interessi di natura economica e politica, ma gli diamo fiducia”.