Il Coni ferma lo Scida di Crotone: per il massimo organo sportivo italiano i lavori allo stadio non vanno bene e bisogna continuare la ristrutturazione dell’impianto. Il debutto in casa dei calabresi deve slittare,…
Il Coni ferma lo Scida di Crotone: per il massimo organo sportivo italiano i lavori allo stadio non vanno bene e bisogna continuare la ristrutturazione dell’impianto. Il debutto in casa dei calabresi deve slittare, sebbene la prima partita fosse prevista per il 18 settembre, in occasione della sfida contro il Palermo, quarta giornata di Serie A. Anche quella gara sarà giocata dal Crotone ancora una volta a Pescara. “Giungono inattese una serie di prescrizioni da parte del Coni relative al progetto di adeguamento dello stadio Ezio Scida: integrazioni progettuali che, nell’attuale contesto, costringono a un nuovo rinvio della prima partita in casa”, scrive la società in una nota diffusa in mattinata.
Il club calabrese neopromosso in Serie A racconta che “nella giornata di mercoledì il Coni, in sede di valutazione del progetto dell’impianto, ha rilevato problematiche tecniche che di fatto porteranno a un rallentamento dei lavori che procedevano nel rispetto dei tempi programmati da Comune e società” – che prevedevano appunto di far debuttare l’undici di Nicola in casa il 18 settembre.
Per il club questa è “una nuova e inattesa doccia fredda in considerazione del fatto che alcune di tali prescrizioni insistono su parti dell’impianto non solo non rientranti nel progetto di ampliamento in atto, come ad esempio il settore della tribuna scoperta o le aree esterne alla curva nord, ma già regolarmente utilizzate nelle precedenti stagioni sportive”.
L’amministrazione comunale e il club “sono già in campo per rispondere in modo tempestivo e fattivo a tali richieste: in tal senso è prevista nel pomeriggio una riunione tecnica congiunta. L’obiettivo è quello di mantenere elevato il ritmo dei lavori, così come si sta già facendo, per consegnare l’impianto alla città nel più breve tempo possibile”. La società si scusa per il “disagio” soprattutto con i tifosi: solo ieri il CorSera aveva raccontato come a parte del popolo rossublù non importi che i lavori avvengano su reperti archeologici.