Dopo 12 giorni dal deposito, in Campidoglio, del dossier Flaminio targato Lazio, iniziano a trapelare i primi dettagli di come l’impianto progettato negli anni 60 per i Giochi Olimpici di Roma da Pier Luigi Nervi potrebbe diventare qualora la proposta progettuale andasse effettivamente avanti nell’iter approvativo.
Il progetto Lazio – spiega Il Messaggero – è radicalmente diverso da quello presentato dal gruppo di imprese che include la Roma Nuoto. Quest’ultimo lascia al calcio uno spazio residuale: 7.500 spettatori e il resto viene dedicato ad altri sport. La proposta biancoceleste, invece, si concentra e amplifica la vocazione calcistica che è alla base del progetto originale di Nervi.
Per questa amplificazione, l’idea progettuale è di avere due stadi in uno: lo stadio originale in cemento armato, e al di sopra di questo, un altro stadio sospeso, leggerissimo, costruito con una tecnologia diversa, quella dell’acciaio, che consente di avere al di sopra un ulteriore grande anello che porta anche la copertura.
Una visione non dissimile a quella che ha portato agli ampliamenti di San Siro negli anni: la struttura originaria è rimasta e, al di sopra di essa, sono stati realizzati un primo e poi un secondo anello nessuno dei quali, però, poggia effettivamente su quello primitivo ma che si reggono su strutture esterne.
Gli architetti che hanno elaborato il progetto hanno alle spalle una preparazione specifica sugli stadi, oltre che su altre opere civili: Archea Associati di Firenze, fondata da Marco Casamonti, ordinario di Architettura a Genova, ha progettato lo stadio di Tirana, quello dove la Roma ha giocato e vinto la finale di Conference League e che è considerato un gioiellino. Hanno realizzato anche lo stadio dell’Udinese, il Bluenergy Stadium, e il Viola Park a Firenze.
L’anello originale verrebbe restaurato e riqualificato andando a risolvere il problema dell’ammaloramento della struttura che risente oltre che dell’età, anche delle pesanti infiltrazioni d’acqua e della totale assenza di manutenzione dal 2012. A completare questo restauro, la copertura che non sarebbe solo un elemento a favore dei tifosi ma anche di tutela della struttura originaria del Flaminio. E, non da ultimo, fungerebbe da elemento di isolamento acustico.
Uno degli elementi più interessanti del progetto Lazio è la possibilità che il Flaminio possa essere utilizzato nella quotidianità: ristoranti, negozi, palestre, uffici, e tutti quegli spazi che possono arricchire la vita del quartiere si potrebbero sommare ad un ampliamento dell’offerta culturale che viene data dal vicino centro musicale di Santa Cecilia, per esempio ospitando concerti.
Infine, il tema della Ztl. Concepito come teatro, il nuovo stadio dovrà essere raggiungibile solo con mezzi pubblici e non con mezzi propri che comporterebbero parcheggi di sosta e congestione del traffico urbano durante il giorno della partita. Le recinzioni dell’impianto sportivo saranno concepite in analogia e sul modello di quelle realizzate all’acquario di Genova: nei giorni feriali saranno aperte e chiuse nel giorno della gara, varcabili solo tramite i tornelli e le aree di prefiltraggio.