È ufficiale, nel 2034 i Mondiali si giocheranno in Arabia Saudita. Mancava solamente l’annuncio della FIFA che è arrivato nel pomeriggio di mercoledì, in contemporanea all’assegnazione dell’edizione del 2030 a Spagna, Portogallo e Marocco con alcune partite in Argentina, Paraguay e Uruguay.
L’assegnazione ufficiale all’Arabia Saudita ha riacceso il dibattito se sia meglio giocare i Mondiali del 2034 in inverno, come successo nel 2022 in Qatar, viste le alte temperature presenti nel paese medio orientale fra giugno e luglio. Una discussione che, come riporta il quotidiano britannico Daily Mail, vede una posizione netta e definitiva da parte dei maggiori campionati europei.
Infatti, l’European Leagues, che riunisce i maggiori campionati europei fra cui la Serie A, ha già fatto sapere di essere fortemente contraria alla disputa di un’altra edizione dei Mondiali a gennaio. Non si tratta di un parere vincolante, visto che a decidere il periodo in cui si giocherà sarà il paese ospitante e la stessa FIFA, che comunque non potrà non tenere conto del sentimento dei maggiori campionati europei.
Inoltre, questa situazione si va a sommare alla causa in corso contro la stessa FIFA intentata proprio dall’Europea Leagues per via del mancato confronto prima di decidere di introdurre il nuovo Mondiale per Club, andando ad aggiungere una competizione con altre partite che si accumulano in un calendario già ricco di gare. Nello stesso procedimento è citata anche la UEFA per via del nuovo format della Champions League.
Inoltre, già per l’edizione dei Mondiali 2026, che si terranno in USA, Canada e Messico, i calciatori che arriveranno alla finalissima saranno impegnate con le proprie nazionali per un massimo di otto settimane, che partirebbero dal 25 maggio, data di inizio del periodo obbligatorio di rilascio, fino alla finale del 19 luglio. Infatti, dalla prossima edizione il torneo iridato vedrà la partecipazione di ben 48 squadre. Ed è questa la differenza più grande fra i Mondiali in Qatar e quelli futuri in Arabia Saudita che fa propendere le leghe europee a una considerazione contraria alla disputa della competizione durante l’inverno.