L'agenzia di stampa Agi chiude la sede a Milano

L’Assemblea dei redattori: «Sconcertante la decisione di trasferire i colleghi dal 2025 nel plesso Eni di Bolgiano».

Eni
(Foto: Matteo Minnella / Insidefoto)

L’agenzia di stampa Agi chiude la sede di Milano. Come riporta Professione Reporter, l’Assemblea dei redattori dell’Agenzia in merito esprime «forte preoccupazione per il progressivo ridimensionamento della presenza sul territorio».

Secondo l’Assemblea è «sconcertante la decisione di trasferire i colleghi dal 2025 nel plesso Eni di Bolgiano (quartiere di San Donato, ndr)», soluzione che causa notevoli problemi nel lavoro giornalistico quotidiano e che cancella la storica presenza dell’agenzia nel cuore economico del Paese. L’Assemblea chiede ad Azienda e Direzione di individuare rapidamente almeno un ufficio operativo nel centro di Milano. L’Assemblea si riconvocherà in tempi stretti per essere aggiornata sulle risposte dell’Azienda e della Direzione.

I giornalisti dell’Agenzia sono tornati a riunirsi a circa un anno dall’inizio delle indiscrezioni sulla possibile vendita della testata al gruppo che fa capo al parlamentare della Lega Antonio Angelucci, proprietario di Libero, Giornale e Tempo: «Una prospettiva  – si legge in un comunicato – alla quale il corpo redazionale si oppone fermamente poiché non garantirebbe tutti i requisiti di terzietà e indipendenza necessari a una fonte di informazione primaria. Continuiamo a chiedere chiarezza sul nostro futuro professionale a un editore che, da decenni, è garanzia di un prodotto indipendente e di solidità aziendale». L’Assemblea ribadisce che qualsiasi eventuale ipotesi di vendita dovrebbe passare comunque da una procedura a evidenza pubblica, «in grado di individuare un editore solido e con un piano industriale trasparente». 

Sul fronte dell’organizzazione interna, il 2024 ha visto il corpo redazionale ridursi dopo l’accordo sulle isopensioni firmato da Cdr e Azienda. Nonostante il turnover ottenuto, con l’assunzione di alcuni precari storici e l’attivazione di alcuni contratti a termine, «resta necessaria una pronta riorganizzazione interna che metta la redazione nelle condizioni più adatte a realizzare un notiziario all’altezza del nome dell’agenzia».