Tante incomprensioni, risultati modesti, scarso dialogo, un amore promesso e mai sbocciato, un addio milionario. Roberto Mancini ha guidato l’Arabia Saudita per quattordici mesi e 21 partite, di cui 17 ufficiali, queste ultime con 9 vittorie, 6 pari e 2 sconfitte. Era arrivato a sorpresa, accolto da grandissimo entusiasmo e da un contratto favoloso da 100 milioni di euro esentasse per quattro anni.
Doveva restare fino al 2027, ma l’avventura è durata poco più di un quarto del tempo. A Mancini una lauta liquidazione che in Arabia dicono potrebbe essere di 25 milioni, un anno di contratto. Era il più pagato, una sorta di Cristiano Ronaldo della panchina. Ma mentre il portoghese a Riad si è inserito benissimo e sembra essere a casa sua, l’italiano è rimasto sempre ai margini della vita saudita.
Mancini, ricorda La Gazzetta dello Sport, veniva dopo l’amatissimo Hervé Renard, che era partito con risultati peggiori ma aveva subito saputo conquistarsi l’affetto della gente, arrivato alle stelle quando l’Arabia Saudita ha battuto l’Argentina nella prima gara del Mondiale in Qatar. Mancini ha iniziato bene ma alla Coppa d’Asia di gennaio, sempre in Qatar, il rapporto con i media e i tifosi si è incrinato rapidamente e definitivamente.
L’Arabia Saudita è uscita agli ottavi ai rigori contro la Corea di Klinsmann. Rigori che il tecnico aveva visto solo in parte dato che se n’era andato prima dell’effettiva eliminazione. Un gesto che aveva scioccato e deluso il pubblico saudita e che aveva costretto l’ex ct dell’Italia a porgere scuse sentite. Lì qualcosa si è rotto, ma l’esonero non è arrivato: troppo presto.
Roberto è rimasto per le qualificazioni al Mondiale 2026 ma nelle prime 4 uscite del terzo turno ha rimediato 5 punti su 12. La sconfitta interna col Giappone e lo 0-0 col Bahrein con tanto di plateale lite col pubblico hanno fatto precipitare gli eventi accelerando all’esonero. «Chi fa questo mestiere sa che può succedere. È stata una decisione consensuale, non sempre le cose vanno come si pensa. L’ho sentito ed è tranquillo, probabilmente si prenderà un periodo di vacanza ma è voglioso di tornare perché è ancora giovane e ha ancora tanto da dare al calcio», ha commentato il figlio Andrea.