Colpi bassi e lettere anonime: nello scandalo dossier la guerra tra Gravina e Lotito

A leggere quanto i due hanno messo a verbale davanti ai pm, il conflitto è aspro e va oltre le tossine lasciate dalla vicenda Salernitana di tre anni fa.

Guerra Lotito Gravina
Gabriele Gravina (Foto: ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Colpi bassi, lettere anonime, amici che diventano peggiori nemici, carte che passano di mano sottobanco. A fare da quinta a uno dei casi di dossieraggio su cui indaga la procura di Perugia è il più aspro conflitto interno al mondo del pallone: quello tra il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito e il numero uno della FIGC Gabriele Gravina.

Come riportato da La Repubblica, a leggere quanto i due hanno messo a verbale davanti ai pm, il conflitto è aspro e va oltre le tossine lasciate dalla vicenda della compravendita della Salernitana di tre anni fa. L’inchiesta è quella che ruota attorno alle migliaia di accessi abusivi alle banche dati della Guardia di Finanza e della Direzione nazionale antimafia (Dna) compiuti dal tenente Pasquale Striano, che per anni ha spiato ed esfiltrato documenti riservati su vip della politica, dello sport e dell’economia, senza avere — questa l’accusa — un motivo valido per farlo.

Con lui è indagato il magistrato in pensione Antonio Laudati. Entrambi, fino a pochi mesi fa, erano in servizio alla Dna. A marzo del 2023 alla procura di Roma arriva un fascicolo “pre-investigativo”, confezionato da Striano e Laudati, nel quale si fa riferimento a presunti episodi di corruzione addebitati a Gravina quando era presidente della Lega Pro.

Secondo il procuratore di Perugia Raffaele Cantone questo è puro dossieraggio, perché il fascicolo nasce da incontri al bar sotto alla Dna tra Striano, il Ds della Lazio Angelo Fabiani un consulente di Lotito. Il primo ad essere ascoltato a Perugia è Gravina, il 25 ottobre 2023. Il presidente della FIGC spiega che con Lotito va male da anni, «posso dire che quando nel 2018 sono arrivato in Federazione, Lotito aveva una gestione del potere fine a sé stessa».

«Successivamente cominciai a ricevere molte lettere anonime con informazioni interne alla Federazione», nella quale si faceva riferimento ad affari personali di Gravina stesso. Il presidente della FIGC non lo dice esplicitamente, ma fa capire agli inquirenti chi aveva interesse a metterlo in difficoltà. Il presidente Lotito viene sentito, anche lui in qualità di testimone, cinque giorni.

Inizialmente edulcora con un «fisiologiche situazioni di confronto» le litigate con il presidente della FIGC, ma poi apre il rubinetto. «A un certo punto fu lui a scagliarsi contro di me in modo ingiustificato. Ci furono contrasti tra Gravina e Cosimo Sibilia, ex presidente della Lega Dilettanti, collegati a un presunto accordo di cui si parlava in Federazione secondo il quale Sibilia sarebbe subentrato a Gravina. Io mi schierai a favore di Sibilia».

Poi subentrano anche questioni legate al mondo Lazio: «Più o meno in quel periodo fui vittima di una grave ingiustizia, venni accusato di aver fatto giocare calciatori della Lazio positivi al Covid. Sono stato squalificato per 12 mesi, squalifica poi annullata dal Coni».

Va detto che il fasciolo pre-investigativo di Striano su Gravina, pur confezionato con presupposti illeciti come sostiene la procura di Perugia, contiene informazioni di interesse investigativo, e «fatti di grande serietà», come li ha definiti il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. Tant’è che Gravina a Roma è indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio, e al Tribunale del riesame pende una richiesta di sequestro di 350mila euro, in prima istanza respinta.