Discovery pronta a sfidare Mediaset e Rai con il marchio CNN

Per il momento, Discovery non avrà un vero Tg, ma punterà ad un’informazione sperimentale, organizzata in pillole e spazi veloci.

Discovery nuovi programmi
(Image Credit: Depositphotos)

Un’informazione con il marchio CNN: equilibrata e presente sia sul grande schermo e sia sul web. Un centravanti dell’intrattenimento – Amadeus – impiegato forse nel programma che conosce meglio (i Soliti ignoti). Un’offerta a pagamento (Max) che sfidi Netflix, ma in un momento certo duro per lo streaming via web.

Discovery – racconta il settimanale di Repubblica, Affari&Finanza – prepara così la nuova cruciale stagione, sotto la guida esperta dell’amministratore delegato Alessandro Araimo. Una stagione che può portare la sua rete ammiraglia (il Nove) a superare intanto Rete4 e RaiDue nelle classifiche Auditel, anche grazie alla forza delle news.

Per il momento, Discovery non avrà un vero Tg, ma punterà ad un’informazione sperimentale, organizzata in pillole e spazi veloci. Il casting per il direttore dell’informazione è già partito e piace Giovanni Floris, che tuttavia è ancora sotto contratto con La7. Gli editori delle notizie USA hanno spesso lanciato iniziative nel nostro Paese.

Sul marchio, c’è poco da inventare. Proprietà della statunitense “Warner Bros. Discovery” (41,3 miliardi di fatturato nel 2023), l’italiana Discovery ne ha in casa uno tra i più suggestivi: CNN, appunto. E la casa madre CNN Worldwide è guidata oggi da Mark Thompson, che ha lavorato otto anni (dal 2004 al 2012) alla BBC. E lì, alla televisione pubblica inglese, ha creato iPlayer.

In Italia, la redazione di CNN potrà usare (tradotti anche dagli algoritmi) tutti i contenuti della casa madre. Parliamo di una “libreria” di prodotti d’eccellenza che confluirà anche nell’offerta a pagamento di Discovery (presto ribattezzata Max). La strada non sarà certo in discesa nella televisione in streaming. Intanto concorrenti come Amazon Prime, Apple TV+, Disney+, Paramount+ e la stessa Netflix restano temibili. Ma soprattutto lo streaming a pagamento conosce una stagione problematica, complice il gioco delle “porte girevoli” praticato in tutto il mondo.

Lo streaming a pagamento sarebbe entrato in una stagione dove sarà difficile conquistare legioni di nuovi abbonati e dove i tassi di crescita non saranno dichiarati, perché modesti. Una stagione dove tutti i concorrenti nel mondo di Netflix già conoscono perdite. In questo scenario complesso, Max di Discovery dovrà farsi largo anche in Italia (a partire dal 2026). Qui da noi non partirà da zero. L’attuale piattaforma a pagamento di Discovery (si chiama Discovery+) ha all’attivo circa 2 milioni di sottoscrittori.

Altro terreno di gioco è quello dei format tv. Discovery farà di tutto per strappare alla Rai il formato dei Soliti ignoti (proprietà dei Banijay, con cui Discovery si relaziona anche per Che tempo che fa di Fabio Fazio). La Rai, che sta trattando con Banijay un contratto di fornitura di format di quattro anni, chiede con forza di conservare il programma.

Nella partita dei format, la tv più protetta è Mediaset che – felice intuizione di Pier Silvio Berlusconi – coltiva con premura la “fabbrica” interna di programmi, Fascino. La Fascino è al 50% di Rti (Mediaset) e al 50% di Maria De Filippi. Proprio quella De Filippi che Discovery corteggia con ardore da sei anni, e ancora oggi, ma senza riuscire a sedurla.