Riforma, Leghe distanti: Gravina punta sui criteri di iscrizione

Mentre i campionati sono distanti a livello di intesa sulle riforme, il presidente della FIGC studia novità per restringere il perimetro del professionismo.

Nuovi criteri iscrizione campionati
(Foto: Paolo Bruno/Getty Images)

Finora, tutti hanno esposto le loro intenzioni di prendere, ma è giunto il momento di dichiarare cosa sono disposti a offrire. Questo costituisce il successivo passo nel percorso verso la riforma del calcio professionistico italiano, avviato dal presidente federale Gabriele Gravina, con una scadenza ben definita: l’assemblea straordinaria dell’11 marzo, che potrebbe eliminare il diritto di veto delle singole componenti.

Ieri, Gravina ha radunato tutti gli attori in Via Allegri per incoraggiare la sintesi nelle prossime settimane. Nel primo giro di consultazioni, il numero uno della FIGC ha incontrato richieste inconciliabili. La Serie A desidera una Serie C nettamente ridotta per ridurre il flusso di solidarietà. La Lega B vuole una retrocessione in meno, mentre la Lega Pro richiede finanziamenti più robusti per accettare tali sacrifici.

Per questo motivo, spiega Tuttosport, il presidente della FIGC ha presentato ai vertici di calciatori, allenatori, arbitri e Leghe numerose soluzioni adottate all’estero per armonizzare le aree del professionismo. Potrebbe diventare centrale il sistema di spareggi tra campionati per determinare una promozione o una retrocessione in più o in meno. Tuttavia, il pilastro rimane sempre la selezione dei club professionistici attraverso norme più rigorose per l’iscrizione ai campionati, con paletti più severi su fideiussioni, liquidità, settori giovanili e infrastrutture.

Ad esempio, potrebbe essere imposto a chi viene promosso dai Dilettanti di avere già uno stadio pronto per la Serie B, per evitare estenuanti contese successive. L’obiettivo è restringere il perimetro del professionismo, evitando che si ripeta il caso di società costrette a ricorrere allo stato di crisi a stagione in corso. Secondo alcune proiezioni, l’approdo potrebbe portare a una Serie C con due gironi da 20 squadre, ma si tratta di previsioni premature.

L’orientamento verso una maggiore severità riscuote consenso da parte di tutti, anche se non più tardi di un anno e mezzo fa, alcuni club di Serie A avevano combattuto duramente contro l’indice di liquidità della FIGC. Sicuramente, questa svolta improntata alla ricerca di maggiore solidità contribuirà a migliorare i rapporti tra il calcio e il governo. I ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Abodi sono pronti a collaborare solo di fronte a comportamenti virtuosi, che saranno illustrati nel piano industriale presentato all’esecutivo dalla FIGC con la consulenza di Deloitte.

Giorgetti e Abodi ritengono che sia giusto soddisfare le esigenze del calcio non per incentivare gli ingaggi milionari di campioni o allenatori stranieri, ma per favorire interventi prospettici. Non a caso, uno dei primi provvedimenti di Palazzo Chigi potrebbe essere un credito fiscale per gli investimenti in infrastrutture e settori giovanili. Ora Gravina parteciperà alle assemblee delle Leghe (Serie A il 26 gennaio) e ai direttivi delle componenti tecniche per verificare se il suo appello alla mediazione sia stato accolto.