«Purtroppo questo vincolo sullo stadio evocato anche dal governo e alcuni dei suoi componenti non aiuta. Era chiaro che il nuovo San Siro non poteva coesistere col vecchio per una questione di spazi. Vedremo nei prossimi giorni perché dopo le vacanze non ho parlato con le squadre». Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando del tema stadio.
La notizia è di qualche settimana fa. San Siro non si tocca e non sarà abbattuto. Il progetto di Inter e Milan di demolire il Meazza e costruire a poche decine di metri un nuovo impianto è così definitivamente naufragato di fronte al vincolo posto dalla Soprintendenza sul secondo anello e confermato dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia. I due club già da mesi hanno iniziato a cercare aree dove costruire i rispettivi impianti, ma l’ipotesi del nuovo San Siro restava praticabile. Adesso non lo è più.
Nello specifico, la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, «esaminata la documentazione tecnica allegata, acquisito il parere della Soprintendenza per la Città Metropolitana di Milano e i relativi allegati, […] ha espresso all’unanimità parere positivo di sussistenza dell’interesse culturale per il secondo anello dello Stadio di San Siro, in vista di futura verifica ex art. 12 del D. Lgs. 42/2004 (all’avveramento del requisito di vetustà ultrasettantennale), avallando quindi la proposta della competente Soprintendenza».
«Si precisa inoltre che la Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Lombardia, nel corso della medesima seduta, ha richiamato la valenza come “archivio esposto” della tribuna ovest dello stadio per le targhe/epigrafi che documentano i successi nazionali e internazionali di Inter e Milan. Trattandosi di “archivio pubblico”, in quanto di proprietà comunale, esso è tutelato ex lege ai sensi dell’art. 10, comma 2, lettera b del D. Lgs. 42/2004», ha fatto sapere la Commissione nelle scorse settimane.