La Exor della famiglia Agnelli diventa prima azionista di The Economist

La Exor della famiglia Agnelli diventa prima azionista di The Economist. Grande colpo messo a segno dagli Agnelli: la Exor, la holding di famiglia, aumenta la propria partecipazione nel capitale…

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La Exor della famiglia Agnelli diventa prima azionista di The Economist. Grande colpo messo a segno dagli Agnelli: la Exor, la holding di famiglia, aumenta la propria partecipazione nel capitale sociale del Gruppo The Economist dal 4,7% al 43,4%. A rendere nota l’operazione è stato un comunicato ufficiale dove si sottolinea che è stato perfezionato l’acquisto da  Pearson per un investimento complessivo di 405 milioni di euro. Exor diventa così il principale azionista singolo. L’operazione, finanziata con mezzi propri di Exor, ha il sostegno unanime del Consiglio di Amministrazione di The Economist.

John Elkann, presidente e ad di Exor, ha così voluto commentare con orgoglio la decisione presa: “Con l’aumento della quota in The Economist sottoscriviamo pienamente la sua storica missione di ‘prender partito nella dura battaglia tra l’intelligenza, che ci spinge verso il progresso, e un’ignoranza vile e timorosa, che lo ostacola’“. 

Il perfezionamento dell’acquisto è previsto nel quarto trimestre 2015 ed è soggetto all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni di legge, come anche all’approvazione sia da parte degli azionisti de The Economist con la maggioranza del 75% sia da parte dei suoi Trustees indipendenti, che continueranno a presidiare i valori editoriali del giornale.

E’ stato inoltre concordato che, previa approvazione degli azionisti, lo statuto de The Economist sia modificato per limitare al 20% i diritti di voto di ogni singolo azionista e per garantire che nessun singolo individuo o società possa detenere più del 50% delle azioni del Gruppo.

L’investimento effettuato dalla Exor n The Economist rientra nell’ambito di altre importanti partecipazioni di lungo termine detenute direttamente e indirettamente nei settori dei media e dell’editoria nel corso degli ultimi decenni, tra cui Bantham Books, Random House, Le Monde, Rcs MediaGroup, Italiana Editrice (La Stampa/Il Secolo XIX) e Banijay Group. Elkann ha inoltre voluto ribadire la volontà di aiutare lo sviluppo del giornale: “Riteniamo che The Economist abbia un enorme potenziale di crescita, in particolare per la sua capacità di cogliere le numerose opportunità di sviluppo legate alla digitalizzazione del settore dei media, sotto la guida di Zanny Minton Beddoes e di Chris Stibbs”.

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