“Il tempo dei grandi mecenati è finito? Al momento sì, anche se mai dire mai per il futuro. Io un’idea l’avrei, però la tengo per me, è forse più una speranza. Zhang è un amico, lui lo sa che dopo di lui potrebbe esserci una sorpresa italiana, anche se non sarò io. Io ho già dato abbastanza del mio”. Lo ha detto l’ex presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini, intervenendo nella puntata numero 695 de “La Politica nel Pallone”, trasmissione condotta da Emilio Mancuso su GR Parlamento, a proposito del futuro del club nerazzurro.
“Se la situazione societaria può aver influito sul rendimento? Certamente si sente la mancanza di un presidente che sia sempre presente in ogni situazione, bella o brutta che sia – ha aggiunto -. L’andirivieni tra Cina e Italia non giova alla squadra. Zhang ha speso tanto e ha fatto anche bene, il risultato è stato sicuramente positivo. Ma la presenza di un presidente italiano, magari milanese nel caso dell’Inter, è un’altra cosa”.
“L’uomo giusto per il dopo Inzaghi? Non ho pensato ad un’alternativa, perché conto ancora sull’attuale allenatore perché possa riprendersi e fare un bel filotto finale in campionato. Bisogna tirarsi su le maniche e lottare per tutte le partite che ci aspettano. Speriamo di invertire la rotta. Conte? Lui è andato via, non so se in malo modo, non spetta a me pensare a lui. È un grandissimo allenatore, lo ha dimostrato anche alla Juve, oltre che all’Inter, ma non so se un ritorno sia gradito e magari fortunato”. E sul match perso contro la Fiorentina: “Abbiamo toccato il fondo, è stata una partita veramente brutta – spiega Pellegrini -. Manca il goleador, Lukaku è quasi irriconoscibile. Per vincere, servono i gol. Speriamo di aver toccato il fondo e di risalire”.