L’intervento del governo sulle plusvalenze a livello fiscale è un primo passo nella giusta direzione, ma i problemi di fondo per FIGC e UEFA rimangono. Le plusvalenze non sono un nodo da sciogliere, ma da tagliare. Occorre eliminare la voce plusvalenze dal computo dei ricavi utili per soddisfare le regole del Fair Play Finanziario, in modi e tempi che consentano un passaggio ordinato dal vecchio al nuovo regime.
E’ questo il pensiero dei docenti dell’Università Bocconi Antonio Marra e Donato Masciandaro, che su Il Sole 24 Ore dopo la mossa del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha l’obiettivo di rendere il fenomeno delle plusvalenze fittizie più costoso, disincentivandolo. La logica dell’intervento del Mef è chiara: se le plusvalenze sono determinate da operazioni per cassa la tassazione è più mite; se sono invece originate da scambi di giocatori, la tassazione è immediata sull’intero importo.
Il provvedimento, da solo, non basta. Questo perché le società calcistiche troveranno il modo per aggirare anche i nuovi paletti della nuova normativa, dato che ad oggi le plusvalenze sono troppo importanti per essere conformi alle regole che disciplinano la partecipazione ai campionati nazionali ed europei. Invece di configurare scambi, genereranno operazioni separate in entrata e uscita, fatte per cassa in tempi diversi, ma nelle stesse sessioni di mercato, o comunque con impatto sullo stesso bilancio; usando magari prima il calciomercato estivo, poi quello invernale.
Sono i regolatori dell’industria calcistica a dover intervenire. In che modo? Cancellando le plusvalenze “fittizie”. La soluzione è una sola: rendere neutre le plusvalenze con riferimento a tali parametri. In sostanza, occorre escludere plusvalenze e minusvalenze dai calcoli per valutare la conformità del bilancio di una società calcistica alle regole che definiscono la disciplina finanziaria.
La valutazione dello status di club in regola o no verrebbe fornita al netto dei plus/minusvalori generati dalle cessioni di calciatori. In questo modo le plusvalenze produrrebbero un solo risultato: far pagare più tasse. E il fenomeno di quelle “fittizie” si sgonfierebbe. Dato l’obiettivo finale della riforma, i tempi e i modi della sua implementazione dovrebbero essere disegnati per ridurre l’impatto della transizione, in particolare per quei club per cui la generazione di plusvalenze sane giuoca un ruolo importante nel loro modello di business.