Zwirn (Arena Investors): «Delusi da Blue Skye. Grande lavoro di Elliott»

Sono state settimane piuttosto frenetiche quelle che il Milan ha vissuto tra maggio e giugno. Prima la conquista dello Scudetto, poi le prime indiscrezioni sulla possibilità che il fondo Elliott

Milan perquisizioni Lussemburgo

Sono state settimane piuttosto frenetiche quelle che il Milan ha vissuto tra maggio e giugno. Prima la conquista dello Scudetto, poi le prime indiscrezioni sulla possibilità che il fondo Elliott cedesse la maggioranza del club rossonero e infine l’accordo siglato con RedBird Capital – società fondata da Gerry Cardinale nel 2014 – in attesa del definitivo closing previsto per il mese di settembre.

Un’operazione che si è chiusa sulla base di una valutazione di altissimo livello per il club rossonero: 1,2 miliardi di euro. Una cifra che ripaga e apprezza l’investimento del fondo statunitense e le parti che lo hanno affiancato nell’affare in questi anni. Tra queste – sicuramente più lontano dalla luce dei riflettori, ma non meno importante – c’è Arena Investors.

«Arena Investors è un asset manager istituzionale globale che fornisce soluzioni creative per coloro che cercano capitale in situazioni speciali. Con oltre 100 persone in sei sedi globali e operanti in 20 paesi, spesso forniamo capitale dove altri non lo faranno», si presenta la società sul proprio sito internet.

E tra le società alle quali hanno fornito capitale per alcune operazioni in questi anni c’è proprio Blue Skye di Salvatore Cerchione e Gianluca D’avanzo, che detiene una quota del 4,27% di Project Redblack, la società che controlla il 100% di Rossoneri Sport Investment Sarl e che a sua volta controlla il 99,93% del Milan. Del rapporto tra Blue Skye e Arena, ma anche dell’operazione Milan e del calcio come settore per gli investimenti, Calcio e Finanza ne ha parlato con Dan Zwirn, co-fondatore di Arena Investors nel 2015 e attuale CEO della società.

«Salvatore e Gianluca erano originariamente analisti junior (uno era un VP e uno era un Associate) che ho assunto rispettivamente da Morgan Stanley e BC Partners, circa 20 anni fa per la mia precedente società, D.B. Zwirn & Co», ha esordito Zwirn a proposito del rapporto con i due ex membri del consiglio di amministrazione del Milan.

Dan Zwirn, ceo di Arena Investors

«La loro società, Blue Skye, è una delle oltre 40 joint venture che Arena Investors ha in tutto il mondo, dove vanta investimenti privati ​​in oltre 20 Paesi. Non è esclusiva in nessuna delle due direzioni. Vista la lunga relazione, siamo ovviamente profondamente delusi dalla situazione attuale», ha commentato il CEO di Arena Investors a proposito delle dichiarazioni di Cerchione sulla cessione del Milan e della volontà di portare il fondo Elliott in Tribunale.

Fondo Elliott del quale Zwirn parla come «una società come la nostra ma dieci volte più grande. Abbiamo investito insieme in un paio di situazioni come partner. In ogni affare loro sono stati il partner principale per una ragione di dimensioni. Hanno davvero guidato la trasformazione del valore del Milan e pensiamo che abbiano fatto un ottimo lavoro».

Un’opinione lontana da quella di Cerchione e D’Avanzo sulla cessione della maggioranza del Milan a RedBird, che Zwirn non condivide nella maniera più assoluta: «Sfortunatamente, non comprendiamo le ragioni di questa azione poiché Elliott non ha fatto altro che aggiungere valore al club e hanno sempre operato in maniera trasparente e professionale».

Anzi, il CEO di Arena Investors ci ha tenuto a sottolineare come «durante tutto il periodo dell’investimento abbiamo mantenuto anche un rapporto molto produttivo con Ivan Gazidis, che ha svolto un ottimo lavoro sul lato commerciale insieme a Giorgio Furlani di Elliott».

Nessun mistero neanche sulle trattative, poiché secondo Zwirn «non era ovviamente un segreto che la proprietà stesse negoziando con varie parti poiché i giornali erano pieni dei dettagli su queste discussioni. Chiunque avesse voluto pagare di più (per il Milan, ndr) sarebbe stato più che in grado di contattarci, compresi tutti coloro che hanno perso l’opportunità di acquistare il Chelsea. L’idea che in qualche modo non ci fosse l’opportunità per altre parti di farsi avanti è semplicemente poco credibile».

Passando al calcio come business a livello generale, la Serie A ha attratto diverse proprietà straniere – statunitensi in particolare – negli ultimi anni. Non solo il Milan, ma anche Roma, Fiorentina, Spezia e Atalanta sono controllate da americani, e senza dimenticare il Bologna (nelle mani del canadese Saputo) o chi la Serie A l’ha “frequentata” di recente come Parma, Venezia e Genoa.

Secondo Zwirn c’è «un’enorme quantità di “imperdibili occasioni” nell’investire nel calcio italiano. Man mano che le pratiche commerciali e le norme della lega convergeranno verso quelle di leghe come la Premier League, la NFL e la MLB, ci saranno inevitabilmente grandi opportunità per i proprietari».
In questo senso, il tema delle infrastrutture non è secondario. Milan e Inter lavorano ormai da anni alla costruzione di un nuovo stadio nell’area di San Siro, ma la burocrazia sta rallentando il progetto: «Aggiungiamo che queste opportunità richiederanno strutture di prim’ordine, il cui ritmo di sviluppo è stato tristemente ostacolato in Italia in molti casi», ha aggiunto infatti Zwirn.

Per questo motivo, il CEO di Arena non ha intenzione di allontanarsi dal mondo del pallone e annuncia una nuova sfida: «Per i motivi di cui sopra, pensiamo che ci siano ampie opportunità di essere finanziatori all’interno dell’ecosistema del calcio europeo. In realtà abbiamo già preso un altro recente impegno fuori dall’Italia nel calcio europeo e non vediamo l’ora di un ulteriore coinvolgimento nel settore».