Mercoledì sera, Exor ha comunicato i risultati economico-finanziari del bilancio 2024 che hanno portato a un utile consolidato di 14,6 miliardi di euro, legato a una componente straordinaria da 12,15 miliardi. Inoltre si è registrata una crescita del Net Asset Value (NAV, o valore netto degli attivi) ha raggiunto 38,2 miliardi di euro al 31 dicembre 2024 (35,4 miliardi nel 2023), con un aumento del NAV per azione del 9%.
In base a questi risultati, gli analisti di Equita, non hanno evidenziato nessuna novità di rilievo, «a parte un approccio più prudente su LTV (Loan To Value, ndr)». Ma nonostante ciò. viene riportato come la potenza di fuoco di Exor sia comunque superiore ai 3,5 miliardi di euro, considerando già l’opzione di buy-back da 1 miliardo, annunciata sempre mercoledì dalla holding della famiglia Agnelli-Elkann.
Gli analisti hanno poi disegnato quelle che potrebbero essere le mosse future di Exor. «Strategia di reinvestimento del cash rinveniente dal placement di Ferrari con ticket ideale ha una dimensione del 5% del GAV (Gross Asset Value, o valore netto degli attivi) che è di circa 2 miliardi. Crediamo che ci sia spazio al massimo per due investimenti di questa dimensione; possibile ulteriore consolidamento degli attivi esistenti; riteniamo che l’incremento della partecipazione in Philips al 20% sia solo questione di tempo (ai prezzi attuali salire dal 18.7% al 20% richiede circa 0.3bn); a livello settoriale: focus sempre su healthcare (che percepiamo essere prioritario), lusso (dove hanno ammesso sia più difficile trovare opzioni) e tech, pur restando opportunistico su altri potenziali obiettivi».
Su Ferrari, gli analisti di Equita, valutano come la cessione sia stata «giustificata da un’elevata concentrazione (era oltre il 50% del NAV al momento dell’annuncio); percepiamo che in futuro, in caso di eccessiva concentrazione, non si possa escludere un ulteriore collocamento».
Un’analisi anche sui dazi arrivati dalla amministrazione Trump sulle auto: «molto preoccupati per l’accessibilità e la domanda dei clienti finali (ricordiamo nella call di Stellantis che John Elkann ha parlato della possibilità di mantenere in vita gli accordi UMCA che ridurrebbero l’impatto negativo)». Su Iveco: «l’obiettivo è spin-off, ma in caso di offerta può essere preso in considerazione; questo conferma la nostra idea di un dual track in corso».
«Aggiornando i prezzi degli asset quotati e il fair value degli asset non quotati (in base a quanto indicato dalla società per fine dicembre), oltre ad includere gli effetti del buy-back da 1 miliardo con relativa cancellazione delle azioni, il NAV scende a 175PS (principalmente a causa della recente debolezza di Ferrari e in misura minore Stellantis) e il target del 6% a 127PS continuando ad applicare uno sconto del 27.5%. Lo sconto sul NAV attuale resta al 48% e la strategia di investimento preferita resta long STUB come riportato nella nostra recente nota», conclude Equita.
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