Quando aprono le terme di San Siro? La data segnata in rosso è quella del 1° aprile, quando calerà il sipario su uno dei più significativi e onerosi interventi di riqualificazione conservativa di Milano, volto a riportare alla luce l’architettura dei gioielli liberty progettati dall’architetto Vietti Violi, abbandonati a sé stessi nel secondo dopoguerra e assurti negli anni 80 a emblema di un degrado di cui si sarebbe intravista la fine solo nel 2007.
Mentre Inter e Milan sono impegnate nel progetto di riqualificazione del Meazza, con acquisto dello stadio attuale e realizzazione di un nuovo impianto, c’è una San Siro che si rinnova a pochi passi dalla casa dei due club milanesi. Così, le ex scuderie De Montel sono pronte a “riaprire”, trasformate nel parco termale più grande d’Europa.
Là dove una volta si stagliava il fienile – spiega Il Corriere della Sera – adesso c’è una cascata, ad accogliere all’ingresso 700 clienti che già dai primi metri potranno respirare oli essenziali in luogo dell’afrore dei cavalli che un tempo permeava l’ambiente. Merito in primis del ripristino della storica sorgente termale a 396 metri di profondità, motrice di quello che ora si appresta a diventare l’unico parco milanese con acqua pescata in loco; e poi del bando Reinventing cities del 2017, sotto l’egida della rete di città “C40”, per convertire in un quadro di efficienza e sostenibilità aree pubbliche dismesse.
Quando aprono le terme di San Siro? Roma come ispirazione del parco
Al netto della milanesità evocata dalle torri del Meazza e dalle residenze Ascot costruite dal gruppo Ligresti che sovrastano il panorama, l’interno tende a ispirarsi ai convivi della Roma che fu: e allora spazio a dieci vasche divise su percorsi ai vari livelli, bacini d’acqua ipersalina dagli effetti di galleggiamento simili a quelli del Mar Morto, una sala con piastre per riproporre effetti temporaleschi e una sauna in legno di pino cembro per attivare la respirazione diaframmatica. E poi hammam, bagni di vapore e quindici cabine per trattamenti e massaggi.
«Abbiamo effettuato un rigoroso restauro filologico sotto il controllo della Sovrintendenza. Inoltre tutta la struttura è a zero emissioni», ha spiegato Massimo Caputi, presidente di Terme & Spa Italia, gestrice del centro e partner di un progetto finanziato dal fondo infrastrutture per la crescita di Azimut sgr, proprietaria dell’infrastruttura, che ne ha investito 57 milioni per l’acquisizione e riqualificazione.
«Forniremo lavoro a 150 dipendenti, tra diretti e indiretti, intendiamo attirare 300 mila persone all’anno. Questo parco intende contribuire alla destagionalizzazione del turismo milanese, stiamo anche lavorando per allestire spettacoli e mostre d’arte negli spazi esterni. Sarà un nuovo polo d’interesse per una città da sempre simbolo di cultura, moda e ristorazione. Le mancava solo il benessere», ha concluso Caputi.
Sedicimila i metri quadri di superficie; 6 mila interni e 10 mila tra parco e corte: qui sono stati piantumati 3.500 alberi; e altrettanti ne sorgeranno entro 10 anni nelle aree limitrofe. «Si tratta di un intervento che unisce benessere, inclusione e sostenibilità, contribuendo alla rigenerazione di una zona fondamentale per la città», ha sottolineato l’AD di Azimut sgr Andrea Cornetti.