Rischia di complicarsi la strada verso il Flaminio per la Lazio di Claudio Lotito che una settimana fa ha presentato ufficialmente al Comune di Roma il rendering ultimato, ma comunque modificabile, di quello che potrebbe diventare lo stadio cittadino dopo la ristrutturazione che lo dovrebbe trasformare nella nuova casa della squadra biancoceleste.
Ma, come riporta l’edizione odierna de Il Tempo, nel frattempo, la conferenza dei servizi ha dato il via libera al progetto presentato dalla società Roma Nuoto, in collaborazione con Costruzioni Civili e Commerciali SpA e Rubner Holzbau srl, per la riqualificazione dello stadio Flaminio. Parere che è arrivato dopo la decisione di Roma Nuoto di diffidare il Comune in caso non si fosse arrivati a una decisione dopo che il percorso ha subito un forte rallentamento senza un motivo ben preciso.
L’obiettivo di Roma Nuoto per il Flaminio, come ha spiegato l’architetto Giacomo Manca di Villahermosa, è trasformarlo in un «tempio dello sport femminile». Il Dipartimento Sport di Roma Capitale ha ufficializzato ieri la conclusione positiva della conferenza, seppur con alcune prescrizioni. Ora si passerà alla fase di analisi della sostenibilità economica e finanziaria del progetto. Solo dopo questa verifica, il piano sarà sottoposto alla Giunta e successivamente all’Assemblea Capitolina per una possibile dichiarazione di pubblico interesse.
Intanto, la Lazio, con un piano da circa 400 milioni di euro, punta a trasformare lo stadio nella sede delle proprie partite casalinghe. Tuttavia, il timore è però che l’approvazione del progetto di Roma Nuoto, pur essendo ancora in una fase preliminare, possa rappresentare un ostacolo insormontabile per la realizzazione dei piani biancocelesti. Per il progetto della Lazio, infatti, il percorso formale di valutazione non è ancora partito, nonostante sia stata presentata richiesta al Comune proprio durante l’incontro di venerdì scorso.
Tornando al progetto di Roma Nuoto, che prevede un investimento di circa 55 milioni di euro, l’intervento comprende una piscina olimpionica da 50 metri, campi da padel, una pista per pattinaggio e hockey. Il Dipartimento Sport ha sottolineato che non sono stati presentati «atti di dissenso» dalle istituzioni coinvolte.
Tuttavia, alcune osservazioni riguardano la necessità di una variante urbanistica e una «verifica preventiva dell’interesse archeologico». Saranno inoltre necessari approfondimenti sull’impatto che il progetto avrà su mobilità, trasporti, parcheggi e accessibilità. Insomma, la strada da percorrere è ancora lunga per Roma Nuoto e in questa situazione prova a inserirsi la Lazio, che però deve vedere un’accelerata decisiva dell’iter burocratico nelle prossime settimane.