«I legali di Margherita prendono atto con soddisfazione che, in pieno accoglimento di quanto richiesto e a scioglimento della riserva assunta all’udienza di ieri, la dottoressa Aloj ha disposto l’integrale acquisizione nel processo civile di tutti gli atti e i documenti relativi ai riscontri del procedimento penale».
Così, in una nota pubblicata nella giornata odierna, i legali della figlia di Gianni Agnelli che ieri, nel corso di un’udienza al tribunale civile di Torino avevano chiesto l’acquisizione nel giudizio civile dei riscontri provenienti dall’indagine penale in corso nel capoluogo nei confronti di John, Lapo, Ginevra Elkann e altri.
«Sono stati, poi, assegnati termini per riferire sulle prove testimoniali e per interpello delle parti che ormai si potrebbero ritenere documentalmente provate, anche in quanto gli Elkann e il notaio non hanno inteso fornire prove contrarie rispetto ai documenti acquisiti» prosegue la nota, «il giudice ha, altresì, accettato il deposito da parte degli Elkann dell’originale dell’Accordo Transattivo, disponendo che la prossima udienza, fissata per il 2 aprile 2025, sia sostituita dal deposito di note scritte, per poi provvedere sulla prosecuzione dell’istruttoria».
Alla base del processo civile ci sono gli accordi stipulati a Ginevra nel 2004, dopo la morte di Gianni Agnelli, con i quali Margherita rinunciò alle partecipazioni nelle società di famiglia, comprese quelle della “cassaforte” Dicembre cedute alla madre, in cambio di beni per l’equivalente di 1,275 miliardi di euro. Successivamente, però, Margherita ha disconosciuto quel patto, sostenendo che le erano state nascoste le reali dimensioni del patrimonio di famiglia.
Sulla decisione sono intervenuti anche i legali dei fratelli Elkann: «In relazione alla decisione odierna del giudice istruttore della causa civile fra Margherita e i suoi figli John, Lapo e Ginevra, i legali che assistono i tre fratelli Elkann notano che “Le memorie depositate dall’attrice sono state in larga parte dichiarate inammissibili, mentre è stata ammessa la produzione, da parte dei fratelli Elkann, dell’originale dell’accordo transattivo del 18 febbraio 2004, già prima depositato in copia (l’accordo con cui Margherita ha irreversibilmente rinunciato a tutte le sue pretese successorie)», scrivono in una nota.
«Il giudice ha ammesso la produzione dei documenti che originano dal procedimento penale in corso, ma ha dichiarato tardive e inammissibili le richieste di parte attrice per nuovi mezzi di prova», hanno concluso gli avvocati dei tre fratelli.