L’attuale situazione difficile di Stellantis, culminata con la dimissioni di domenica scorsa del CEO Carlos Tavares, fa nascere un sentimento di malinconia e tristezza all’ex presidente di FIAT, Ferrari e Maserati e vice presidente della Juventus, Luca Cordero di Montezemolo.
«Nel 2022 fui il primo a dire che l’auto italiana non esisteva più, a parte la Ferrari, e come risposta ottenni solo un silenzio assordante da parte di sindacati, governo e opposizione – ricorda Montezemolo all’edizione odierna de Il Corriere della Sera –. Lo stesso accadde quando mi domandai per quale motivo, durante il governo Conte 2, fosse stato concesso a FCA un prestito di 6,3 miliardi di euro poco prima della fusione con Peugeot, con obblighi ben precisi poi completamente disattesi. Quei soldi, che lo Stato aveva stanziato per tutelare i posti di lavoro, vennero invece usati per distribuire 5 miliardi di dividendi agli azionisti».
Montezemolo ha trascorso ben 30 anni all’interno del gruppo automobilistico di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann, di cui 23 trascorsi in Ferrari. Tutto finì nel 2004 quando Sergio Marchionne fu costretto ad allontanarlo dal Cavallino. Una decisione che per ammissione dello stesso Marchionne non fu presa da lui e che lo fece vergognare «come un ladro».
Sulla situazione attuale di Stellantis, Montezemolo continua: «Perché John Elkann non si è opposto a Carlos Tavares, l’ex amministratore delegato di Stellantis, quando decise di far produrre la Fiat 600 in Polonia? Una decisione presa mentre Mirafiori, come adesso, era ferma, con gli operai in cassa integrazione». Non trova una risposta razionale, soprattutto pensando che «i fornitori italiani sono stati invitati, con una lettera, a investire in Marocco, elogiando i vantaggi offerti da quel Paese all’industria automobilistica. Eppure tutti sanno che l’Italia è riconosciuta come uno dei principali produttori di componentistica per veicoli».
A dimostrarlo ci sono aziende come Brembo, Pirelli e Marelli, insieme a oltre duemila piccole e medie imprese, che realizzano componenti complessi per l’industria automobilistica, non solo per le aziende italiane ma anche per quelle straniere.
Montezemolo, inoltre, ha espresso la sua delusione per il fatto che Elkann abbia rifiutato di riferire in Parlamento, «considerando che è stata proprio la politica a concedere così tanto al gruppo». Sull’operato di Tavares: «L’ex CEO ha garantito agli azionisti, cioè alla famiglia Agnelli-Elkann, oltre 23 miliardi di euro di profitti in quattro anni, limitandosi a perseguire ciò che era utile a loro e non all’Italia. Per questo il manager portoghese non andava contraddetto, ma addirittura premiato».
Montezemolo conclude la sua analisi del momento Stellantis con un quesito: «Perché Elkann non ha mai assunto davvero il ruolo di leader, occupandosi quotidianamente della governance aziendale e lasciando invece mano libera a Tavares?».