Eredità, si accende lo scontro Elkann-Margherita Agnelli in Tribunale

Faccia a faccia in aula tra le due parti, che continuano a sostenere le loro posizioni. La causa civile riparte a Torino il 9 dicembre.

John Elkann
John Elkann (Foto: GIUSEPPE CACACE/AFP via Getty Images)

Margherita Agnelli de Pahlen è arrivata poco dopo le 8 del mattino davanti ai cancelli del tribunale civile per discutere dei destini del patrimonio miliardario della famiglia. La figlia di Gianni Agnelli – racconta MF-Milano Finanza – tiene in mano alcuni fogli, gli appunti che potrebbero servirle nello scontro che dovrà affrontare da lì a qualche minuto.

Pochi minuti dopo arrivano i tre fratelli Elkann, i suoi figli maggiori: Lapo, Ginevra e John, l’erede designato dall’Avvocato a succedergli alla guida dell’impero. È la prima volta da chissà quanto tempo che si ritrovano tutti e quattro assieme in una stanza. E lo è in assoluto dentro un’aula di tribunale davanti al quale esporranno le loro rispettive verità sugli accordi del 2004 che hanno fissato l’attuale assetto del potere dentro la famiglia Agnelli-Elkann.

Oltre vent’anni fa Margherita, ad un anno dalla morte del padre Gianni Agnelli, si è accordata con la madre Marella Caracciolo e ha firmato alcuni documenti scritti in francese e regolati dal diritto svizzero: con uno, l’accordo transattivo, rinuncia alle pretese sul patrimonio del padre di cui era erede assieme alla madre; con l’altro firma un patto successorio, consentito in Svizzera, con il quale rinuncia alla futura eredità della madre. In cambio ottiene 1,3 miliardi di euro tra cash, immobili e opere d’arte.

Ma tre anni dopo, nel 2007, torna alla carica, accusando che ci siano milioni di euro del padre all’estero che le sono stati tenuti nascosti. Qui inizia una guerra legale che dopo diciassette anni è ancora aperta. Ma cosa si sono rinfacciati madre e figli in oltre quattro ore di confronto?

Secondo quanto è stato possibile ricostruire, ognuna delle parti in causa ha ribadito la propria verità su quanto accaduto in questi anni. Margherita ripete che le sono stati nascosti, e quindi sottratti, dei soldi e dunque che la sua decisione era stata viziata. Sono i famosi 900 milioni di dollari che salteranno fuori alle British Virgin Islands solo dopo alcuni anni e che nel 2019 saranno ereditati dai tre Elkann.

John, con il sostegno di Lapo e Ginevra, avrebbe invece sostenuto che lei aveva deciso di voltare le spalle al gruppo nel momento più nero salvo poi tornare a battere cassa quando le cose si erano riprese grazie anche alla cura Marchionne. Poi ci sono le questioni di diritto. La causa civile in Svizzera risale al 2015 ed era stata avviata da Marella, madre di Margherita, affinché un giudice elvetico statuisse la validità dei patti del 2004.

Alla sua morte, la causa è stata presa in mano dai tre Elkann, unici eredi della nonna, che aveva escluso anche gli altri cinque nipoti avuti dalla figlia con il secondo marito, Serge de Pahlen, oltre che la stessa Margherita appunto in virtù del patto successorio. A loro volta, alla morte della nonna i tre Elkann hanno avviato a Thun una nuova causa relativa alla loro legittimità come eredi, sempre sulla base del patto successorio.

E poi i tre Elkann hanno promosso una ulteriore causa, sempre a Thun, relativamente questa volta alla validità dei tre testamenti lasciati dalla nonna, che invece Margherita contesta sia in Svizzera sia in Italia. Un groviglio legale di cause e pretese. A Ginevra il fronte Elkann avrebbe ribadito che l’accordo transattivo è perfettamente valido per vari motivi, a cominciare dal fatto che quel patrimonio è stato incamerato da Margherita nel 2004, poi perché quell’accordo è stato eseguito fino al decesso della madre e ancora perché ne ha chiesto l’esecuzione anche dopo.

Di segno opposto le rivendicazioni di Margherita: avere tenuto nascosto il patrimonio estero rientrava nel piano per escludere lei e gli altri cinque figli dall’eredità di Gianni Agnelli. Inoltre, il patto successorio è un elemento dell’accordo transattivo, tanto che una sua bozza è allegata con tanto di data prevista per l’adempimento.

L’incontro si chiude, ma non la causa: la sentenza arriverà tra parecchio tempo. E neppure le altre liti davanti ai giudici. A Torino la causa civile riparte il 9 dicembre. Mentre l’inchiesta penale, che vede indagati per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato John, Lapo e Ginevra, partita su impulso della madre, va avanti e promette altri sviluppi, anche sulla società semplice Dicembre, il cuore dell’impero Agnelli.