Banca Progetto “ritiene doveroso precisare che l’istituto non è commissariato e che nè la Banca, né i suoi esponenti e dipendenti, sono oggetto di indagine”. Lo si legge in un comunicato dell’istituto di credito dopo le notizie emerse nella giornata di oggi. Banca Progetto, di cui Oaktree (fondo proprietario anche dell’Inter) è azionista di maggioranza con un accordo per cedere la propria quota a Centerbridge Partners firmato lo scorso settembre, inoltre “intende rassicurare i propri clienti e stakeholders che continuerà ad operare in modo del tutto ordinario attraverso i propri organi e strutture interne”.
“Nell’ambito di un procedimento penale che non riguarda la Banca, il provvedimento è stato emesso in relazione ad asserite carenze istruttorie di 10 finanziamenti su circa 40.000 in essere – aggiunge la nota – ed ha l’obiettivo di verificare, attraverso la nomina del dr. Donato Maria Pezzuto che si affiancherà alle strutture della Banca, l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di controllo interni”.
Nel suo comunicato pubblicato in mattinata, la Guardia di Finanza di Milano ha spiegato di avere “sottoposto ad amministrazione giudiziaria, ex art. 34 del Codice Antimafia, una banca d’affari Milanese”, con il riferimento a Banca Progetto. “Il provvedimento, disposto Tribunale di Milano Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, costituisce il risultato di più ampie indagini delegate dalla Procura della Repubblica D.D.A. di Milano volte all’approfondimento dei rapporti tra l’istituto finanziario e soggetti legati a consorterie di ‘ndrangheta”.
“In particolare è stato accertato come diverse società indirettamente gestite da soggetti contigui ad esponenti della c.o. di matrice ‘ndranghetista, hanno beneficiato negli anni di finanziamenti erogati dal citato istituto di credito con assistenza di garanzie statali previste dal Fondo Centrale di Garanzia a favore delle P.M.I. del Mediocredito Centrale (Legge 662/1996), accedendo così agli aiuti di stato a sostegno dell’economia nell’emergenza del COVID-.19 piuttosto che a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”, prosegue la Guardia di Finanza.
“Gli approfondimenti condotti dai militari del Nucleo P.E.F. G.I.C.Q. di Milano, coordinati da questa Direzione Distrettuale Antimafia, hanno evidenziato diverse criticità sull’operatività dell’istituto di credito, con riguardo ai pericoli di permeabilità dello stesso in relazione ai rapporti con soggetti indagati per gravi delitti o destinatari di misure di prevenzione personali/patrimoniali”.
“La disamina dei fascicoli bancari ha consentito di appurare come l’intermediario, spesso eludendo i principi della normativa antiriciclaggio, ha erogato finanziamenti assistiti da garanzia statale in favore di società pienamente inserite all’interno di dinamiche criminali, in quanto oggetto della contestazione del delitto di trasferimento fraudolento di valori, in alcuni casi commessi con l’aggravante del metodo mafioso, consistito nell’agevolazione della “locale” di ‘ndrangheta di Legnano/Lonate Pozzolo (VA)”, ha concluso la Guardia di Finanza.