Ferraris, cresce la tensione tra i club. Il Genoa: «Pronti ad acquistarlo da soli»

Nelle prossime ore non si esclude che la Samp effettui la stessa mossa. Intanto il Comune valuta una gara che farebbe rientrare soggetti terzi nel discorso stadio.

stadio ferraris
Stadio Ferraris (Foto: Simone Arveda/Getty Images)

Sembrava andare tutto bene per l’acquisizione congiunta dello stadio Ferraris da parte di Genoa e Sampdoria, ma le ultime notizie non sono positive da questo punto di vista, anzi sembrano segnare una netta spaccatura fra le due società.

Come riporta l’edizione odierna de Il Secolo XIX, dopo che gli incontri di ieri mattina, che sembravano poter portare a una soluzione diplomatica sulle garanzie richieste dai blucerchiati ai rossoblù (un versamento di 5 milioni per club), non hanno prodotto risultati, nel pomeriggio l’amministratore delegato del Genoa Blazquez ha inviato una pec al Comune di Genova.

La proposta era un’offerta unilaterale per l’acquisto del Ferraris «nell’interesse della città», rispettando le tempistiche richieste dal sindaco Marco Bucci, il quale aveva sollecitato i due club a prendere una decisione entro lunedì, prima della visita in città del ministro per lo sport Andrea Abodi, prevista per oggi, in occasione della discussione della candidatura di Genova per l’Europeo del 2032. Il progetto resta quello dell’architetto Penaranda, e il Genoa è supportato nell’operazione da Oak View, un noto gruppo statunitense esperto nella gestione di stadi sia negli USA che in Gran Bretagna.

Poco dopo, il Genoa ha comunicato anche alla Sampdoria la presentazione della proposta autonoma al Comune, probabilmente sempre tramite pec, lasciando comunque la porta aperta a Matteo Manfredi per un’eventuale associazione successiva all’operazione, riprendendo così un percorso comune interrotto, secondo il Genoa, a causa della Sampdoria.

Nonostante questa apertura, i rossoblù hanno nuovamente accusato con toni piuttosto forti il club blucerchiato di non aver rispettato gli impegni presi con gli accordi firmati la scorsa estate e con la delibera della Genova Stadium srl di venerdì scorso, che stabiliva di inviare l’offerta d’acquisto dello stadio entro lunedì 14 ottobre. A questo punto, il futuro della società mista creata dai due club lo scorso 23 settembre sembra essere in serio pericolo, considerando il clima di tensione tra le parti.

Inoltre, l’amministratore delegato Cardinaletti, vista la situazione, starebbe valutando l’ipotesi di dimettersi. Ci sono poi vari dettagli ancora da chiarire, come ad esempio se un singolo club possa utilizzare per la propria offerta il progetto e il piano economico-finanziario di Genova Stadium, che è di proprietà condivisa al 50%.

La Sampdoria ha preso atto dell’iniziativa autonoma del Genoa, ma ha mantenuto la propria posizione sulle garanzie e sulla volontà di portare a termine l’acquisto dello stadio. La serata di ieri è stata caratterizzata da continue call tra Manfredi, l’amministratore delegato Fiorella, il direttore operativo Bosco e gli uffici legali. Ci sono stati contatti anche con gli investitori del club, che hanno confermato la disponibilità a coprire immediatamente la cifra necessaria per l’acquisto e il restyling del Ferraris, circa 100 milioni.

Nelle prossime ore, la Samp potrebbe presentare a sua volta un’offerta autonoma al sindaco. Al momento, Bucci non si è espresso, ma resta la convinzione che, indipendentemente dagli sviluppi tra Genoa e Samp, il Comune di Genova non possa vendere lo stadio a un solo club per motivi evidenti. Dunque, o l’operazione verrà portata a termine da entrambi i club, nonostante le distanze attuali, o entreranno in gioco soggetti terzi, cambiando le dinamiche. Senza l’applicazione della Legge Stadi, si andrà a gara.

Queste ultime novità, inoltre, fanno pensare che sia impossibile partire con i lavori di ristrutturazione nel mese di giugno, come inizialmente previsto dal cronoprogramma studiato, e approvato, da Genoa, Sampdoria e Comune..