Briatore vende il Twiga: Leonardo Maria Del Vecchio pronto ad acquistarlo

Sul tavolo di Flavio Briatore ci sono almeno tre offerte: due arrivano da fondi internazionali, la terza è quella di uno dei sei figli del fondatore di Luxottica, oggi EssiLux.

 

Briatore vende il Twiga
(Foto: Clive Rose/Getty Images)

L’accordo non c’è ancora, ma saremmo molto vicini. Il Twiga starebbe per passare di mano. Sul tavolo di Flavio Briatore ci sono almeno tre offerte: due arrivano da fondi internazionali, la terza è quella di Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei sei figli di Leonardo, il fondatore di Luxottica, oggi EssiLux.

Del Vecchio junior – scrive Il Giornale – si è lanciato in proprio nel mondo della ristorazione: ha aperto tre locali nel cuore di Brera a Milano, poi ha rilevato due insegne celebri, Le Carillon a Paraggi e Franco Mare a Marina di Pietrasanta, ribattezzati rispettivamente Vesta Portofino e Vesta Mare. Ora siamo a un passo dalla definitiva consacrazione nel mondo del food e degli spettacoli: il Twiga di Marina di Pietrasanta.

Nel tempo il locale è stato esportato e oggi sono cinque le tessere del brand: a quella di Pietrasanta, fra l’altro vicinissima a Franco Mare, si sono aggiunte le due location di Montecarlo, ancora Londra e la Baia Benjamin, nell’ultimo lembo di Liguria.

«Ho messo sul mercato il Twiga – racconta Briatore conversando con il Giornale – e vedremo come finirà». Le indiscrezioni, dettagliate, portano a Del Vecchio junior e alla sua Triple Sea Food. Del Vecchio si è fatto avanti, forte della sua straordinaria solidità finanziaria e con almeno 500 milioni da spendere per un disegno che si sta sviluppando con coerenza all’insegna della riscoperta della ristorazione di eccellenza Made in Italy.

Così l’erede del fondatore di Luxottica sembra avere le carte in regola per battere gli altri due fondi che si sono fatti avanti. Fra i due imprenditori dev’essere scattato un feeling, in controtendenza rispetto al modus operandi classico di Briatore, che ha sempre preferito confrontarsi con soggetti di spessore internazionale e che in Italia è sempre stato accompagnato da feroci polemiche.

L’idea alla base dell’operazione sarebbe poi quella di di spingere su un brand che funziona e ha un richiamo globale. «Nel 2025 il Twiga sbarcherà negli USA. Prima a New York, poi a Miami e Las Vegas. Con location contigue a quelle di Crazy Pizza, così i clienti potranno fare in brevissimo tempo due esperienze complementari», ha aggiunto Briatore.

Il risiko non dovrebbe però toccare le quote di Dimitri Kunz d’Asburgo, compagno del ministro Daniela Santanchè, che detiene il 33% del Twiga di Pietrasanta. Al momento sembra che Kunz non abbia intenzione di vendere il proprio tesoretto, anche se naturalmente attende l’offerta che dovrebbe essere formalizzata nelle prossime settimane.

Il Twiga della Versilia è aperto solo 125 giorni l’anno ma ha un fatturato che supera i 9 milioni. Poco meno di quello di Montecarlo, che viaggia sui 10 milioni, ma non chiude mai. A Pietrasanta lavorano circa 70 dipendenti, più una sessantina che ruotano intorno al fortino di Briatore.