Dal calendario agli agenti, le cause all'Ue che possono cambiare ancora il calcio

Sono tanti i fronti ancora aperti davanti all’Unione europea: ecco i casi per i quali si attende ancora una sentenza definitiva.

Prossime cause Ue sul calcio
(Foto: KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP via Getty Images)

Il calcio è diventato un tema decisamente rilevante negli ultimi anni anche negli ambienti più inusuali. In particolare, sono state diverse le occasioni – alcune ancora in cerca di una soluzione definitiva – in cui il pallone è diventato oggetto di discussione all’Unione europea, in particolare di fronte alla Corte di Giustizia dell’Ue.

Prossime cause Ue sul calcio – La sentenza sulla Superlega

Il caso più noto è sicuramente quello della Superlega europea, progetto lanciato nel 2021 e poi messo rapidamente in stand-by dopo alcuni giorni di caos più totale, tra club aderenti e immediatamente ritirati e minacce da parte della UEFA (che in risposta annunciò in fretta e furia la rivoluzione del format delle sue coppe europee).

Un caso che è arrivato fino alla Corte di Giustizia dell’Ue, che nel dicembre del 2023 ha stabilito che la UEFA – che si muove come ente regolatore e commerciale nell’Unione Europea – non rispetta alcune norme del diritto comunitario. In particolare, la Corte ha affermato che «quando un’impresa in posizione dominante ha il potere di determinare le condizioni in cui le imprese potenzialmente concorrenti possono accedere al mercato, tale potere deve essere soggetto a criteri adeguati per garantire trasparenza, obiettività, non discriminazione e proporzionalità, date le possibili conflittualità di interessi».

«Tuttavia, i poteri di FIFA e UEFA non sono soggetti a tali criteri. FIFA e UEFA stanno quindi abusando di una posizione dominante. Inoltre, a causa della loro natura arbitraria, le regole su approvazione, controllo e sanzioni devono essere considerate restrizioni ingiustificate alla libertà di fornire servizi», sottolineava l’Ue.

Prossime cause Ue sul calcio – Le regole sulle liste UEFA e il caso Diarra

Passata in sordina a causa del clamore mediatico sollevato sul caso Superlega, lo stesso giorno la Corte di Giustizia dell’Ue si è espressa anche su un altro tema importante: quello delle liste dei giocatori per le coppe europee e delle limitazioni legate ai giocatori del vivaio.

Regole che secondo l’organismo «potrebbero avere come oggetto o effetto la limitazione della possibilità per i club di competere tra loro reclutando giocatori talentuosi, indipendentemente dal luogo in cui sono stati formati».

Infine, il caso Diarra, la cui sentenza della Corte è arrivata nei giorni scorsi. In questo caso al centro della questione c’era la responsabilità in solido da parte di un club che tessera un giocatore che ha rescisso un contratto per “giusta causa”, qualora la società dalla quale il giocatore si è liberato riesca a ottenere un risarcimento danni.

La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che i regolamenti FIFA, nei casi di interruzioni contrattuali in cui non vi sia la cosiddetta “giusta causa”, non possono impedire il trasferimento di un calciatore a priori minacciando una responsabilità del club acquirente in caso di indennizzo o senza rilasciare il certificato internazionale di trasferimento.

Il calciatore potrà quindi trasferirsi in un nuovo club dopo essersi liberato dal rapporto di lavoro precedente, ma la società colpita da questa “perdita” sarà comunque libera di fare causa al calciatore in questione e alla società che deciderà di tesserarlo. Toccherà poi alla FIFA stabilire le responsabilità e quantificare eventuali danni.

Prossime cause Ue sul calcio – I casi in attesa di giudizio

Detto dei casi sui quali la Corte si è espressa, ce ne sono ancora due che attendono una sentenza. Il primo è il nuovo regolamento per gli agenti stabilito dalla FIFA, che impone – tra le altre cose – tetti alle commissioni, per cercare di regolamentare in maniera più stringente un’attività da sempre molto discussa. La sentenza è attesa per il 2025.

Il secondo, invece, riguarda il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS). In questo caso si chiede di determinare se l’autorità conferita a questo organismo sia contraria al principio generale della tutela giurisdizionale effettiva stabilito dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Questo caso deciderà sulla validità delle clausole arbitrali imposte dalle Federazioni sportive ai propri membri, ai sensi del diritto dell’Ue. Anche questa sentenza è attesa per il 2025.

Infine, spostandoci dalla Corte di Giustizia, resta in piedi anche l’ultimo reclamo: quello presentato dalle Leghe e da FIFPRO contro la FIFA in merito al calendario internazionale. Il reclamo in questione è stato presentato per abuso di posizione dominante nell’imposizione del calendario delle partite internazionali 2025-2026, con particolare riferimento al Mondiale per Club 2025 e al Mondiale 2026.

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