Sono passati ormai quasi due anni dal 29 ottobre 2022, quando un’ora e mezza prima di Inter-Sampdoria l’ultrà Vittorio Boiocchi fu freddato sotto casa. Una giornata che – ricorda Il Fatto Quotidiano . l’uomo aveva trascorso prima al cimitero di Settimo milanese poi al Baretto davanti al Meazza in compagnia di Renato Bosetti, l’addetto alla gestione illecita dei biglietti arrestato lunedì scorso.
L’indagine per l’omicidio Boiocchi resta ancora aperta. Non ci sono killer né mandanti accertati. Tuttavia, dagli atti dell’indagine sulle curve emergono particolari inediti che, secondo gli inquirenti, inquadrano un movente maturato all’interno delle dinamiche criminali della Nord. E che racconta di un “omicidio preparatorio” alla scalata del triumvirato Bellocco-Beretta-Ferdico e dell’associazione criminale “travisata” dietro lo striscione unico curva Nord la cui nascita, secondo il pm, è stata favorita dalla regia di Luca Lucci capo della Sud e già ideatore di un simile striscione per gli ultrà del Milan.
Subito dopo l’omicidio, il vicario Andrea Beretta si rende irreperibile per due giorni. Non solo: distrugge il suo telefonino bruciandolo dentro al microonde. Rintracciato il 31 ottobre spiegherà che dopo gli scontri del 26 dicembre 2018 con gli ultrà del Napoli durante i quali rimase ucciso il tifoso nerazzurro Daniele Belardinelli, Boiocchi aveva individuato in lui «il suo più stretto collaboratore nella gestione del merchandising» con l’apertura del negozio di Pioltello We are Milano.
A Boiocchi, per il negozio, Beretta dà oltre 85mila euro in un anno. E però non mancano le frizioni tra i due. Boiocchi accusa Beretta di tenersi in tasca del denaro. Stessa accusa rivoltagli tempo dopo dal duo Bellocco-Ferdico. Secondo la Procura, fino alla morte di Boiocchi i “dissapori” non erano risolti. Sempre in quei giorni, scrivono gli investigatori, «il vicario di Boiocchi tenne un atteggiamento fortemente sospetto e i fatti che ne scaturirono subito dopo potrebbero anche essere indicativi del possibile movente».
Ma di quali fatti si parla? Sicuramente della nascita dello striscione unico. Tanto che Beretta subito dopo la “fuga” ritorna in pista, porta avanti la figura di Marco Ferdico e con lui attua una politica violenta nei confronti dei gruppi della curva, ritira con la forza tutti gli striscioni e fa nascere quello unico. Striscione “Curva Nord” a cui Boiocchi era fortemente contrario.
Boiocchi rappresentava quindi un ostacolo al progetto di unificazione di Beretta e Ferdico nel quale, per gli inquirenti, Luca Lucci, capo della Sud, avrebbe «avuto la capacità di condizionare le scelte del direttivo interista». Tanto che «l’eliminazione del capo ultras interista potrebbe aver favorito un processo di forte saldatura tra le due tifoserie, avviato in primis con l’unificazione delle varie sigle della curva interista (…) intervenuta su ispirazione di Lucci».