Mentre i lavori per recintare l’area San Francesco a San Donato proseguono, compare sulla scena un altro forte oppositore alla costruzione del nuovo stadio del Milan nel comune dell’hinterland milanese.
Come riporta l’edizione odierna de Il Giornale, è stata presentata al Tribunale Civile di Milano un’istanza di WWF Martesana contro Sportlifecity, società controllata dal Milan e proprietaria dell’area, sull’area verde su cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio dei rossoneri. «Non potete toccare il bosco dove volete fare lo stadio del Milan» l’obiezione principale che ha mosso il contenzioso.
Ricorso WWF Stadio Milan – L’opposizione degli ambientalisti
La giudice Serena Nicotra si è riservata di decidere dopo la discussione tra le parti, avvenuta nei giorni scorsi, nata dal ricorso degli ambientalisti che chiedono al Tribunale un «accertamento tecnico preventivo» per valutare se, come ritengono, la «zona umida sede di grande biodiversità», ricca tra l’altro di uccelli acquatici, volpi e ricci, possa tecnicamente essere considerata un «bosco» e quindi sottoposto alle tutele del caso.
Durante il lungo confronto in aula i legali di Sportlifecity hanno negato questa qualifica sostenendo che sono presenti solo alcuni «esemplari arborei», quindi non un bosco vero e proprio, e che vada esclusa per l’intera area l’esistenza di un interesse naturalistico. «Ci siamo limitati a fare delle pulizie nell’area e a mettere una recinzione», hanno detto poi in sostanza i rappresentanti di Sportlifecity che, in una lettera al Comune di San Donato a giugno, sostenevano di avere ricevuto dalla Polizia la richiesta di rimuovere i rifiuti e la vegetazione a basso fusto, un’attività che dovrebbe terminare entro fine ottobre.
La tempistica viene ritenuta «sospetta» dal WWF, assistito dall’avvocato Veronica Dini la quale, nel suo intervento, si è chiesta come mai ci voglia tutto questo tempo per una banale pulizia e ha evidenziato che proprio quella lettera sarebbe indicativa della volontà di tagliare gli alberi nonostante la società lo neghi. Il WWF ha fatto presente che potrebbe rinunciare all’accertamento tecnico preventivo se Sportlifecity assicurasse di non toccare il bosco fino a quando non avrà un «titolo edilizio adeguato», cioè la certezza che lo stadio si farà. La giudice è chiamata a esprimersi anche sulla richiesta di Sporlifecity di mandare gli atti al Tar.