Inter-Torino, il Prefetto di Milano precetta la fascia serale dello sciopero ATM per motivi di ordine pubblico

La decisione è stata presa in vista della concomitanza della partita con la manifestazione pro Palestina.

San Siro
San Siro (Foto: Insidefoto.com)

Doveva essere un sabato 5 ottobre ricco di disagi per chi aveva intenzione di muoversi con i mezzi pubblici. Infatti era stato indetto, dal sindaco Orsa, uno sciopero nazionale che avrebbe coinvolto anche Milano e quindi i tifosi dell’Inter in vista della sfida di San Siro contro il Torino.

A scongiurare parzialmente il tutto ecco l’intervento il Prefetto di Milano che per motivi di ordine pubblico ha precettato lo sciopero per la fascia serale. Infatti, lo sciopero nella sua forma originale era programmato dalle 8.45 alle 15.00 e dalle 18 fino al termine del servizio.

Il motivo principale che ha portato alla decisione del prefetto è, come detto, l’ordine pubblico visto che nelle stesse ore è prevista la manifestazione pro Palestina e la partita di San Siro fra Inter-Torino. Dopo questa decisione, il sindacato Orsa ha deciso di revocare in toto lo sciopero per non limitare «l’incisività dell’azione di protesta».

«Per motivi di ordine pubblico – spiega il sindacato – legati alla manifestazione prevista per Sabato a Milano, pro Palestina, e la partita di calcio Inter-Torino allo stadio di San Siro, il prefetto pochi istanti fa ha deciso di precettare la fascia serale 18.00 fino al termine del servizio, dello sciopero Nazionale. Quindi avremmo potuto scioperare solo nella fascia 8.45-15.00, limitando notevolmente l’incisività dell’azione di protesta solo nella città di Milano». Dunque, la segreteria Orsa Tpl Milano «ha deciso di revocare lo sciopero proclamato nella data succitata ed il presidio previsto per venerdì 4 Ottobre, presso la direzione di Atm, in Foro Buonaparte 61».

«Tutto ciò – prosegue il sindacato – affinché si possa far sentire appieno l’urlo della protesta di chi non ne può più di avere pessime condizioni salariali e di lavoro che vanno ad incidere sulla qualità della vita dei lavoratori e delle loro famiglie, spostando per tali motivazioni il presidio e lo sciopero ad altra data».