È uno dei pochi punti su cui parti spesso opposte si ritrovano a fare fronte comune. La lotta alla pirateria unisce FIGC e Leghe, broadcaster e politici. Del resto, il “nemico” è particolarmente difficile da affrontare. Ma ieri sono stati fatti nuovi, concreti, passi avanti.
Durante una diretta su YouTube, il commissario AgCom Massimiliano Capitanio ha parlato di un «protocollo di collaborazione tra la Procura Generale di Roma, la Guardia di Finanza e Agcom che consentirà di scambiarsi informazioni finalizzate ad attuare la legge, inclusa la sanzione da 150 fino a 5000 euro per gli utenti finali».
In pratica ci si vuole concentrare con sanzioni severissime su chi sceglie il cosiddetto “pezzotto”, evitando di pagare quanto dovuto a chi detiene i diritti televisivi delle partite: «Quando le multe arriveranno, non vogliamo che si dica che si tratta di una repressione non democratica. La pirateria è un reato, ed è giusto che chi ne usufruisce ne paghi le conseguenze», ha aggiunto Capitanio.
Proprio nella giornata di ieri – spiega La Gazzetta dello Sport – è arrivato anche l’ok alla riammissione di un emendamento al Decreto Omnibus centrato sul “pezzotto”. Il primo firmatario è Dario Damiani di Forza Italia, che aveva chiesto questo tipo di intervento insieme al ritorno del Decreto Crescita. La proposta vuole estendere alle VPN l’obbligo di disabilitare l’accesso alle partite illegali bloccandone l’utilizzo per generare diversi indirizzi Ip in grado di aggirare la legge. Ma quello che più conta è che nessuno vuole mollare la presa.