Ristrutturazione troppo complessa: il Chelsea valuta di lasciare Stamford Bridge

Il club desidera un impianto più grande dell’attuale, che può contenere un massimo di 42.000 persone, ma i lavori potrebbero essere più complicati del previsto.

stamford bridge
Stamford Bridge (Photo by Richard Pelham/Getty Images)

Il rilancio del Chelsea passa anche dalla questione stadio. L’iconico Stamford Bridge, con la sua capienza da 42.000 posti, è considerato un passo indietro rispetto agli stadi più importanti di Inghilterra e del resto d’Europa. E proprio per questo il club londinese sta valutando il futuro dell’impianto londinese.

Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, il club londinese sta portando avanti diversi colloqui riguardo l’eventualità di lasciare Stamford Bridge e trasferirsi a Earls Court, portando avanti diverse opzioni per la costruzione di un nuovo stadio.

Proprio la capienza sarebbe il problema più urgente, ma l’ubicazione di Stamford Bridge non rende semplici i lavori necessari per una ristrutturazione di questo genere. Quindi sembra essere necessaria l’individuazione di un luogo diverso per il nuovo stadio del Chelsea e tutto porta a Earls Court, non distante dal quartiere dove si trova l’attuale casa dei Blues.

Proprio per questo sono stati già avviati le relazione con Transport for London (TfL), uno dei partner che gestiscono l’area di Earls Court. Il Comitato per lo Sviluppo di Earls Court (ECDC) desidera costruire un progetto ad uso misto, e nessuno stadio di calcio è incluso nel piano generale, che verrà presentato la prossima settimana al consiglio di Hammersmith e Fulham e al consiglio del Royal Borough of Kensington and Chelsea. L’ECDC potrà procedere se otterrà il permesso urbanistico, il che rappresenterebbe un ostacolo significativo per il Chelsea, che non ha a disposizione molto tempo per intraprendere con successo la strada che porterebbe il club a Earls Court.

Ma a favore del Chelsea potrebbe spuntare la questione economica. Infatti, da più parti si è parlato di un progetto originario troppo costoso per la comunità. Situazione che cambierebbe se fosse un privato a investire, almeno parzialmente, nel progetto. E uno stadio multiuso potrebbe essere il giusto compromesso fra interesse privato e utilità pubblica. Inoltre, lo spazio non mancherebbe nemmeno per la costruzione di alloggi nello stesso sito. Proprio per questo, e per non arrivare troppo tardi, il Chelsea avrebbe già sviluppato dei progetti iniziali per l’area in questione, con speciale attenzione al deposito di Lillie Bridge.

A portare avanti i colloqui per il Chelsea è il nuovo amministratore delegato Jason Gannon, che avrebbe intrecciato i primi rapporti con gli sviluppatori immobiliari di Delancey. Ovviamente un trasloco da Stamford Bridge sarebbe condizionato da un precedente accordo fra club e i Chelsea Pitch Owners che detengono il diritto di proprietà sull’impianto e che potrebbero bloccare qualsiasi tentativo di trasferimento.

È bene precisare che una scelta definitiva non è stata presa dal Chelsea, che sta al momento valutando tutte le possibilità a sua disposizione. Ma certamente l’eventuale ristrutturazione di Stamford Bridge presenta più di una complicazione, fra cui la vicinanza dalla fermata della metropolitana che renderebbe i lavori davvero molto complicati. Inoltre, ci sarebbe la possibilità per il Chelsea di un trasferimento temporaneo a Wembley durante i lavori di ammodernamento. Un trasloco temporaneo che però richiederebbe anni, se si procederebbe con una demolizione di Stamford Bridge, invece che con un progetto step by step per i lavori.

In vista di una ristrutturazione, inoltre, il Chelsea ha già provveduto all‘acquisto di 1,2 acri di terreno vicino a Stamford Bridge da un’organizzazione benefica per i veterani di nome Stoll. Una spesa che potrebbe presto essere seguita da quella per l’acquisto del sito di Earls Court, che secondo fonti vicino alla vicenda, dovrebbe costare all’incirca 500 milioni di sterline (al cambio attuale, 592 milioni di euro).

A rendere più complicata la scelta sono i contrasti interni al club fra i due azionisti di riferimento Todd Boehly e l’azionista di maggioranza, il fondo statunitense Clearlake Capital. Entrambi, inoltre, stanno facendo delle valutazioni interne per procedere con l’acquisto delle quote del proprio socio così da avere le mani libere sulla gestione futura del club. Ovviamente questo clima non facilita le operazioni di scelta su un argomento delicato come un nuovo stadio, che sia Stamford Brige ristrutturato o un impianto ex novo a Earls Court.