Prima il blitz a Losanna per la deposizione davanti al TAS, e ora l’attesa per la sentenza. Dopo avere presentato ricorso a marzo contro la squalifica di 4 anni per doping, Paul Pogba nei giorni scorsi ha esposto la propria versione sul caso di fronte al Tribunale Arbitrale dello Sport.
Il caso è noto ed è iniziato un anno fa, quando il Tribunale nazionale antidoping ha sospeso Pogba dopo Juventus-Udinese in via cautelare, avendo trovato il calciatore positivo ai metaboliti del testosterone. Positività – ricorda La Gazzetta dello Sport – confermata anche dalle successive controanalisi (6 ottobre).
Il 7 dicembre la Procura antidoping chiede 4 anni di squalifica e il primo marzo il Tribunale nazionale antidoping accoglie la pena proposta. Le ultime puntate, almeno per il momento, sono il ricorso al TAS di Losanna e l’udienza dei giorni scorsi. Adesso tanto Pogba quanto la Juventus attendono la sentenza.
Il francese dallo scorso autunno non può più giocare e nemmeno allenarsi nelle strutture del club e riceve il minimo salariale previsto dal contratto collettivo (circa duemila euro netti al mese) e non lo stipendio concordato quando nell’estate 2022 è tornato a Torino (8 milioni più 2 di bonus). Se la maglia numero 10 della Juve è finita sulle spalle di Yildiz, dovesse essere confermata la lunga squalifica il passo successivo sarebbe il divorzio: risoluzione anticipata del contratto in scadenza nel 2026.