Omicidio ultras Inter, la Procura indaga anche sui rapporti tra clan e tifoseria organizzata

Si indaga su legami e presunte attività illegali che potrebbero aver causato conflitti tra Beretta e Bellocco.

Beretta collabora inchiesta ultras
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

La Procura di Milano, oltre a indagare sulla dinamica dell’omicidio di Antonio Bellocco, 36 anni, ucciso con una coltellata alla gola da Andrea Beretta, sta esaminando anche i legami tra i due e i rapporti tra i clan e gli ultras, come riportato dall’Ansa. Bellocco era collegato alla ‘ndrangheta e agli ultras dell’Inter, mentre Beretta era il capo degli ultras nerazzurri.

Le indagini stanno esplorando le relazioni tra loro e i presunti affari illeciti che potrebbero aver causato conflitti. Tuttavia, la priorità è ricostruire gli eventi: occorre determinare chi ha attaccato per primo. Finora si sa che i due erano in auto vicino alla palestra “Testudo”, frequentata da molti ultras.

Bellocco, nato nel 1988, con precedenti per associazione mafiosa e sottoposto in passato a libertà vigilata, avrebbe sparato un colpo di pistola ferendo Beretta a una gamba. Quest’ultimo, secondo le prime informazioni, avrebbe poi accoltellato Bellocco alla gola. Anche Beretta ha precedenti penali per droga, lesioni e furto, ed è stato sia agli arresti domiciliari che sottoposto a libertà vigilata.

Sul luogo del delitto è intervenuto il pm della Dda milanese, Paolo Storari, già responsabile di un’indagine sulle tifoserie, legata anche all’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico leader nerazzurro ucciso due anni fa sotto casa sua. Gli inquirenti ritengono che l’omicidio di Bellocco, considerato una figura di rilievo, potrebbe far emergere un quadro più ampio, con possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo degli ultras.

Nel provvedimento emesso lo scorso ottobre, i giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano avevano confermato la sorveglianza speciale per Beretta, descrivendo una lunga serie di “episodi minatori e violenti” che avrebbe compiuto “per molti anni”. Le sue segnalazioni e condanne risalivano al 2008 e si estendevano fino al 2022, nonostante fosse già soggetto a Daspo.

Il leader degli ultrà era stato arrestato dalla Polizia nel febbraio 2020 per aver violato un Daspo, dopo gli scontri che avevano preceduto un derby Inter-Milan, in cui circa 200 tifosi avevano lanciato petardi e bottiglie di vetro contro le forze dell’ordine fuori dallo stadio. Sempre per la violazione di un Daspo, era stato nuovamente posto agli arresti domiciliari nel dicembre di due anni fa.

Nei mesi recenti, Beretta è stato condannato a una multa per aver picchiato violentemente un venditore ambulante che stava vendendo foto di calciatori e altri gadget vicino allo stadio Meazza prima della partita di Champions League tra Inter e Liverpool nel febbraio 2022. Durante l’aggressione, avrebbe dichiarato: “i napoletani non li vogliamo”.

Inoltre, a luglio è stato condannato a 6 mesi di carcere, con pena sospesa, insieme all’ex calciatore Davide Bombardini, con l’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, inizialmente contestata come tentata estorsione. Beretta è stato anche ascoltato come testimone nell’omicidio ancora irrisolto di Vittorio Boiocchi, insieme ad altri noti esponenti della curva interista.