La Juventus ha continuato a lavorare sul mercato anche dopo la chiusura della sessione estiva dei trasferimenti in Italia. Venerdì 30 agosto, infatti, si è chiuso il calciomercato in entrata per i club di Serie A, ma quello in uscita è rimasto aperto, dal momento in cui ci sono alcune Federazioni che hanno impostato la chiusura delle operazioni più avanti nel tempo, come Qatar (9 settembre) e Turchia (13 settembre).
Tra i Paesi che hanno chiuso il mercato in ritardo rispetto alla Serie A c’è anche il Portogallo, che ha fissato la data al 2 settembre. Una deadline che ha consentito alla Juventus di portare a termine la cessione in prestito del difensore Tiago Djalò, che sembrava destinato alla Roma, ma il cui trasferimento è saltato proprio in chiusura di mercato.
Tiago Djalò durata prestito – Gli effetti della competizione sui contratti
Djalò si è trasferito in prestito secco, ma tra le pieghe del comunicato con cui i Dragoes hanno annunciato il suo ingaggio, spicca un dettaglio non di poco conto. «Il sesto acquisto del FC Porto per la stagione 2024/25 è stato già campione di Francia e convocato in nazionale, gioca come difensore centrale, è alto 1,90 metri e arriva in prestito dalla Juventus con un accordo senza costi associati, valido fino alla fine della stagione, che include il Mondiale per Club. Tiago Djaló indosserà la maglia numero 3».
Mentre la Juventus ha comunicato la cessione fino al 30 giugno 2025, il Porto ha specificato che il calciatore rimarrà in Portogallo fino al termine del Mondiale per Club (potenzialmente fino a luglio 2025), il nuovo torneo a 32 squadre voluto dal presidente della FIFA Gianni Infantino, che si disputerà tra giugno e luglio 2025, e dunque a cavallo tra la stagione 2024/25 e quella 2025/26.
Tra gli effetti della nuova competizione, infatti, c’è quello di porre un problema sulla durata dei contratti dei calciatori. I giocatori in scadenza o a fine prestito (deadline fissate generalmente al 30 giugno) rischiano che il contratto si concluda prima della fine del torneo, una anomalia alla quale bisognerà trovare rimedio, ma sulla quale la FIFA non si è ancora ufficialmente pronunciata.
Una situazione simile si verificò – per esempio – durante la stagione 2019/20, quando le partite terminarono oltre il 30 giugno a causa dell’interruzione dell’attività per l’emergenza Coronavirus. In quel caso, la FIGC in Italia stilò un apposito protocollo che recitava che per «i calciatori titolari di contratti in scadenza al 30 giugno 2020 con la società per la quale sono tesserati a titolo definitivo alla data di pubblicazione del presente documento, l’estensione al 31 agosto 2020 del tesseramento e del contratto economico, da riproporzionarsi secondo i parametri economici del contratto al 30 giugno 2020, tenendo in ogni caso conto della attività effettivamente prestata e da prestarsi in squadra fino al termine della stagione, è in ogni caso subordinata alla sottoscrizione di apposito modulo federale fra le parti».