Il patron della Lazio Claudio Lotito ha presentato nuove immagini per il progetto per lo stadio Flaminio che vorrebbe realizzare tra viale Tiziano e l’Auditorium di Renzo Piano, con l’obiettivo di competere, se non superare, i rivali giallorossi impegnati nel loro progetto parallelo a Pietralata. Se la Roma ha mostrato la Sud del futuro, ora è il turno della Nord biancoceleste, completa di fumogeni.
Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica, questo ultimo masterplan fa un passo in avanti rispetto a quello presentato a luglio in Campidoglio dallo stesso Lotito che mostrava una visione completa dell’impianto che la Lazio spera di realizzare sfruttando la struttura esistente, e abbandonato, del Flaminio. È ora infatti che si proceda a uno sguardo più penetrante in quella che potrebbe essere la casa biancoceleste del futuro.
Il nuovo masterplan mostra forme arrotondate che caratterizzano il secondo anello, progettato per essere sovrapposto alla struttura originaria ideata da Pierluigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del 1960. Dall’esterno, si nota come la struttura originale venga innalzata per sostenere un nuovo ordine di tribune. Una passerella sospesa circonda l’impianto. Sul lato, spicca il logo della Lazio. Tra i due livelli, la luce penetra filtrata, illuminando il campo grazie a file di riflettori interni.
All’interno, si entra nel cuore del tifo: la curva Nord, con bandiere e fumogeni che si alzano già nel rendering esterno. L’effetto è amplificato dalla vista dall’angolo del campo, con la bandierina, i giocatori in azione e lo sponsor tecnico Mizuno. In curva, i tifosi già festeggiano, almeno virtualmente. Queste le ultime immagini visionate in Comune, che si scontrano inevitabilmente con la realtà dei fatti.
In Campidoglio, al momento, c’è la convinzione che ci sia l’opportunità di ripartire. Con o senza la Lazio, perché oltre al progetto del club biancoceleste, che rimane comunque un semplice rendering digitale e nulla più per ora, ci sono altre proposte come quelle della Roma Nuoto e di Cassa depositi e prestiti. L’amministrazione capitolina, tramite l’assessore allo Sport Alessandro Onorato, ha già espresso l’intenzione di avviare una tripla conferenza dei servizi per valutare quale dei tre progetti riceverà il via libera da tutte le autorità coinvolte nel processo autorizzativo.
Per Lotito, la sfida non è solo burocratica: per realizzare uno stadio da 50.000 posti rispetto agli attuali 25.000, sono necessari anche 250 milioni di euro e una notevole dose di pazienza. Essendo lo stadio di proprietà del Comune, chi non riuscirà a ottenere l’approvazione potrebbe fare ricorso alla giustizia amministrativa, prima al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato, rallentando così l’intero processo. Gli avvocati delle parti coinvolte stanno già affinando le loro strategie. Insomma, si prevedono lungaggini, non solo negli stadi ma anche nelle aule dei tribunali di via Flaminia, a pochi passi dallo stadio conteso.
Nel frattempo, i tifosi continuano a sognare, ispirati dalla proposta di Juan Sebastian Veron e Massimo Maestrelli. Ieri, il campione argentino, uno dei simboli della Lazio del secondo scudetto, e il figlio dell’allenatore del primo titolo biancoceleste, hanno lanciato un appello: «Sarebbe bello intitolare il nuovo stadio biancoceleste, sperando che il Flaminio possa diventarlo, a Tommaso Maestrelli e Sven Goran Eriksson».