Serie A, hacker dei Caraibi affondano i pirati: colpiti 300mila utenti

Nell’ultimo fine settimana, grazie alle azioni di un collettivo, i fruitori di sistemi illegali hanno riscontrato più di un problema.

Hacker Caraibi contro pirateria
(Foto: Paolo Bruno/Getty Images)

La lotta alla pirateria ha visto l’entrata in scena di un nuovo fronte a favore della legalità: i pirati buoni provenienti dai Caraibi. Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica, non è stato un fine settimana facile per chi in Italia cerca di seguire il campionato tramite app illegali o il famoso “pezzotto” potrebbe aver incontrato non pochi problemi. Schermi che si oscurano, immagini che si bloccano sempre più spesso, molti utenti potrebbero non essere riusciti a vedere nulla.

Sono questi i primi effetti portati dai pirati “buoni”, che disturbano il segnale rendendo quasi impossibile la visione illegale delle partite. Da casa, sembra che il segnale non funzioni o che ci siano problemi di connessione. Tuttavia, nonostante le rassicurazioni del servizio clienti (sì, esiste un servizio clienti anche per il pezzotto illegale), la situazione non migliorerà. Questi problemi sono causati dal lavoro di un gruppo con base nei Caraibi, il collettivo Mutin.ee, la cui missione è «difendere le organizzazioni dai criminali digitali».

Un’azione, che oltre ad avere un valore commerciale significativo, è diventata di complemento dello scudo statale contro la pirateria, noto come Piracy Shield, che mira a combattere il furto di contenuti televisivi e cinematografici. Solo nell’ultimo weekend, quando il loro intervento si è concentrato sul campionato italiano, almeno 300.000 utenti hanno riscontrato problemi, con continue interruzioni. «In media, dieci secondi per ogni minuto», spiega uno dei membri del gruppo.

I “white hacker” dei Caraibi, hacker legali, sono l’ultima arma contro i pirati del “pezzotto”. Da un lato, la battaglia contro la pirateria è combattuta da polizia postale, Guardia di Finanza e AgCom, con il sistema Piracy Shield, che opera grazie alle segnalazioni di DAZN e Sky e l’intervento di Agcom. Questo sistema ha bloccato, in pochi mesi, 18.000 pay-tv illegali. Tuttavia, le operazioni previste dalle leggi incontrano spesso ostacoli dovuti agli strumenti utilizzati dai pirati, come le VPN, supportate da grandi società internazionali che operano legalmente ma traggono profitto anche da strutture illegali.

Ed è qui che intervengono quelli che operano nelle stesse acque dei pirati, bloccandoli o segnalando le loro attività a Piracy Shield per l’oscuramento. Insomma, si tratta di una doppia stretta sui consumatori illegali di calcio, e negli ultimi giorni c’è stata una certa agitazione tra loro. Oltre ai siti internet che trasmettono gratuitamente le partite di Serie A rubate, stanno crollando anche i famosi “pezzotti” a pagamento, sia fisici che tramite app, con molti di questi ora inutilizzabili.