FIGC, il 4 novembre l’assemblea per il nuovo statuto: slittano le elezioni del presidente

Lo ha deciso il Consiglio federale che si è riunito nella giornata di oggi a Roma.

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Gabriele Gravina (Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Si terrà il prossimo 4 novembre l’assemblea per la modifica dello statuto federale della Figc. Il Consiglio federale, riunitosi oggi a Roma, ha inoltre deliberato poi lo slittamento dell’assemblea per l’elezione del presidente Figc, che era inizialmente fissata proprio per il 4 novembre.

In particolare, la modifica dello statuto servirà per rispondere alle indicazioni contenute nel cosiddetto emendamento Mulé all’interno del Dl Sport, che prevede il diritto alle leghe sportive professionistiche a un’equa rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni di riferimento, che tenga conto anche del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo.

Partirà così ora quindi una trattativa tra le varie componenti federali, visto che sul tema non era stato raggiunto nessun accordo in un recente incontro in Figc alla presenza di tutti i vertici delle varie componenti.

Attualmente, la rappresentanza all’interno dell’assemblea federale è la seguente:

  • Lega Serie A: 12%
  • Lega Serie B: 5%;
  • Lega Pro: 17%;
  • Lega Nazionale Dilettanti: 34%;
  • Associazione Italiana Calciatori: 20%;
  • Associazione Italiana Allenatori: 10%;
  • Associazione Italiana Arbitri: 2%.

Insieme al 34% delle tre leghe professionistiche, quindi, dovranno votare a favore di una modifica dello Statuto almeno la metà dei delegati per quanto riguarda l’Assocalciatori, in modo da arrivare almeno al 50%+1 richiesto per approvare i nuovi pesi elettorali. Sempre che però non siano proprio i calciatori, nelle varie trattative che proseguiranno, ad essere quelli che dovranno rinunciare ad una parte del proprio peso in vista della riforma. Discorso simile a quello della Lega Nazionale Dilettanti, che oggi vale la maggioranza relativa (34%) sia in Consiglio che in assemblea, ma a cui per ora non sembrano essere arrivate richieste di riduzione, come raccontato oggi dal presidente Abete.

Il rischio, quindi, è di entrare in un circolo vizioso in cui non si possono modificare gli attuali pesi federali perché il sistema attuale permette di difendere lo status quo. In tal caso, però, all’orizzonte potrebbe partire nuovamente una richiesta di intervento a livello politico, anche perché il testo dell’emendamento Mulé andrà comunque rispettato.