Benetton, la svalutazione dei negozi manda in rosso i conti della holding Edizione

Continua la serie di perdite del settore maglieria, anche se gli altri settori che confluiscono nella cassaforte di famiglia hanno portato a ottimi risultati.

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Alessandro Benetton (Foto: Paolo Bruno/Getty Images)

La holding Edizione della famiglia Benetton paga dazio per la crisi del settore maglieria e vede i cuoi conti andare in rosso a livello civilistico. E per riportare la situazione si è attinto alla riserve della cassaforte di famiglia presieduta da Alessandro Benetton e guidata da Enrico Laghi.

Come riporta l’edizione odierna di MF-Milano e Finanza, questa scelta ha portato ai quattro rami della famiglia Benetton 100 milioni di euro dei 294 milioni di dividendi che le controllate hanno complessivamente staccato quest’anno a favore di Edizione. Una situazione di crisi che comunque è ben nota da tempo in casa Benetton.

L’ultima perdita di 235 milioni si aggiunge a un filotto di rossi che dal 2013 ha superato il miliardo, ma contabilmente il valore del 100% di Benetton Group in pancia ad Edizione non era mai stato svalutato, come fatto questa volta. Una pulizia di bilancio che Benetton e Laghi hanno così deciso di fare ora, proprio mentre hanno chiamato a Ponzano il ristrutturatore Claudio Sforza e pompato nuovo denaro fresco dalla cassaforte per il prossimo triennio con 260 milioni. La mission è quella di riscrivere una nuova pagina di successo alla United Colors. La cancellazione cumulata è stato di 560 milioni, che ha impattato sul risultato d’esercizio, finito così in rosso per 341,6 milioni euro, contro i più 177,6 milioni del bilancio precedente. Una riga sopra, il risultato netto gestionale era pari a 216,4 milioni contro i 176,2 milioni dell’anno precedente.

Dunque una traiettoria di crescita solida (+23%). «La società che ha il nostro nome e dalla quale è partita la nostra avventura di imprenditori va profondamente ripensata per riportare il marchio su un binario di crescita e di sviluppo stabili – ha sottolineato Benetton nella lettera agli azionisti –. Preso atto del fallimento del piano che era stato impostato dal management (Massimo Renon, ndr), siamo al lavoro per studiarne uno nuovo che permetta il rilancio».

Maglioni a parte, che sono marginali nel portafoglio investimenti di Ponzano (1% dei 12,9 miliardi di gross asset value, ovvero il net asset value più indebitamento finanziario netto), l’anno per i business di Edizione è stato ottimo. Ancora una volta grazie alla forte crescita dei flussi di traffico autostradale e aeroportuale, i ricavi consolidati (che non tengono conto della nuova partecipazione in Avolta e in Cellnex di cui la cassaforte è prima azionista con il 9,9%) sono saliti del 13% a quota 9,5 miliardi, oltre un miliardo in più rispetto agli 8,4 miliardi di fine 2022.

Il traino Mundys, invece, si vede anche a livello di ebit, in crescita del 48% a 2,1 miliardi (rispetto a 1,4 miliardi dello scorso esercizio) anche grazie alla minore incidenza di accantonamenti, ammortamenti e svalutazioni, sempre a livello di gruppo. Anche il nav è cresciuto di circa 300 milioni, a 11,7 miliardi. La pax in Abertis con Acs di Florentino Perez – suggellata con un aumento di capitale complessivo da 1,3 miliardi per sostenere la crescita della concessionaria autostradale spagnola e il nuovo investimento in Cellnex – hanno fatto crescere del 7% l’indebitamento finanziario netto a quasi 32 miliardi. Infine, tramite il veicolo Schema Delta, le partecipazioni dei Benetton nei salotti finanziari di Trieste e Mediobanca (4,83% in Generali e 2,2% in Piazzetta Cuccia) hanno fruttato alla famiglia 94 milioni di dividendi.