Emendamento Mulè, cosa contestano FIFA e UEFA all’Italia? Il tema dell’autonomia dello sport e i precedenti

L’Italia già nel 2021 rischò l’esclusione dalle Olimpiadi: non mancano i precedenti anche legati al mondo del calcio.

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Gianni Infantino e Aleksander Ceferin (Photo credit should read MICHAEL BUHOLZER/AFP via Getty Images)

Cosa stanno monitorando da vicino FIFA e UEFA nel caso legato al cosiddetto emendamento Mulè? Il tema è riemerso con forza oggi, dopo che FIFA e UEFA in una lettera congiunta hanno ammonito l’Italia.

«Se l’emendamento dovesse essere adottato e reso esecutivo nella sua formulazione originale, o anche in una nuova con sostanzialmente gli elementi trattati, non ci sarebbe altra scelta che sottoporre la questione agli organi competenti per l’esame di misure, inclusa un’eventuale sospensione della Figc. Che tra l’altro renderebbe incompatibile l’Italia quale Paese co-ospitante della fase finale del Campionato Europeo UEFA
2032».

Ma cosa contestano in particolare FIFA e UEFA? In particolare,le poche righe dell’emendamento incidevano in modo molto robusto sui rapporti tra Leghe professionistiche e Federazioni, concedendo maggiore autonomia alle Leghe, oltre a concedere di fatto la possibilità di accedere direttamente alla giustizia ordinaria contro provvedimenti in ambito sportivo (saltando così la giustizia sportiva).

Il tema ruota alla ormai nota questione dell’autonomia dello sport rispetto alle ingerenze della politica. Una situazione in cui sia lo statuto del CIO (da cui a cascata dipendono tutte le federazioni sportive continentali e nazionali) che quelli di FIFA e UEFA fino alla FIGC riconoscono l’autonomia rispetto agli interventi del governo: in sostanza, come vedremo, in base alle norme non possono essere previsti interventi politici nella gestione delle varie federazioni.

Autonomia dello sport, le norme di CIO, FIFA, UEFA e FIGC

«Riconoscendo che lo sport avviene all’interno del quadro della società – si legge ad esempio nello statuto del CIO -, le organizzazioni sportive nel Movimento Olimpico devono applicare neutralità politica. Esse hanno diritti e obblighi di autonomia, che includono stabilire e controllare liberamente le regole dello sport, determinare la struttura e il governo delle proprie organizzazioni, godere del diritto di elezioni libere da ogni influenza esterna e la responsabilità di garantire l’applicazione dei principi di buona governance. I Comitati Olimpici Nazionali devono preservare la propria autonomia e resistere a tutte le pressioni di qualsiasi tipo, incluse ma non limitate a pressioni politiche, legali, religiose o economiche che potrebbero impedire loro di conformarsi allo Statuto Olimpico», conclude il CIO.

Il Coni invece nel suo statuto sottolinea così: «Il Coni salvaguarda la sua autonomia da ingerenze di natura politica, religiosa ed economica, in conformità ai principi sanciti dalla Carta Olimpica».

Un tema che riguarda anche FIFA e UEFA. In particolare, l’articolo 14 dello statuto FIFA spiega che, tra gli obblighi, le associazioni membre della FIFA hanno tra gli altri obblighi anche quello di «gestire i propri affari in modo indipendente e garantire che i loro affari non siano influenzati da terzi». «La violazione dei suddetti obblighi da parte di qualsiasi associazione membro può comportare sanzioni previste da questo Statuto», prosegue la FIFA, sottolineando come le sanzioni possano arrivare «anche se l’influenza di terzi non è stata colpa dell’associazione membro interessata».

Un tema che riguarda anche la UEFA, che sottolinea nel suo statuto come le federazioni nazionali debbano «gestire i loro affari in modo indipendente e senza alcuna influenza indebita da terze parti». «La FIGC svolge le proprie funzioni in armonia con le deliberazioni e gli indirizzi della FIFA, dell’UEFA, del Comité International Olympique (CIO), del CONI, in piena autonomia tecnica, organizzativa e di gestione», è invece il passaggio legato all’autonomia nello statuto FIGC.

Autonomia dello sport, i precedenti di sospensione nel calcio

Le possibili conseguenze? Ovviamente nessun organismo sportivo può vietare a un governo di intervenire. Tuttavia, negli ultimi anni non sono mancati gli interventi in caso di ingerenza politica e governativa sull’ordinamento e il funzionamento delle singole federazioni calcistiche in particolare. La lista degli interventi più noti di sospensione di federazioni calcistiche da parte della FIFA riguarda tra le altre:

  • Grecia 2006
  • Iran 2006
  • Kuwait 2007
  • Albania 2008
  • Nigeria 2010
  • Indonesia 2015
  • Guatemala 2016
  • Mali 2017
  • Sierra Leone 2018
  • Ciad e Pakistan 2021
  • Zimbabwe e Kenya 2022
  • Sri Lanka 2023

Non sono mancate, nemmeno, le minacce anche verso le federazioni maggiori. Nel 2017 la FIFA mise nel mirino la Spagna così come anche la UEFA nei mesi scorsi. La minaccia verso il Brasile è del dicembre 2023mentre nello scorso maggio si è parlato anche dell’Inghilterra.

Uno dei casi più eclatanti però riguarda sempre l’Italia. Dopo un lungo tira e molla politico sulla riforma dello sport, nel gennaio 2021 il CIO decise di escludere l’Italia dalle Olimpiadi che si sarebbero disputate nei mesi successivi a Tokyo per ingerenza del governo (che decise di creare Sport e Salute, che ha sostituito il Coni nel distribuire i finanziamenti pubblici alle Federazione e agli organismi sportivi): in sostanza, il rischio concreto era che l’Italia venisse esclusa da tutte le competizioni, con gli atleti azzurri che avrebbero dovuto gareggiare sotto la bandiera bianca con i cinque cerchi del CIO e senza che venisse suonato l’inno italiano in caso di vittoria. Un caso che venne risolto in extremis, con il consiglio dei ministri che approvò un decreto legge sull’autonomia del Coni nell’ultimo giorno utile per evitare sanzioni.