Parigi 2024, Malagò lancia l'Italia: «Possiamo superare le 40 medaglie»

Si punta anche ad avere il più alto numero di atleti italiani qualificati nella storia dei Giochi Olimpici.

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Giovanni Malagò (Foto: Insidefoto)

I grandi risultati conseguiti dalla Nazionale italiana di atletica ai Campionati Europei di Roma ha fatto salire alle stelle l’attesa in vista dei Giochi Olimpici di Parigi che inizieranno ufficialmente il prossimo 26 luglio.

Non fa eccezione il presidente del CONI Giovanni Malagò, sempre presente allo stadio Olimpico durante gli Europei di atletica, e per due volte al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Malagò ha voluto fissare l’obiettivo per i Giochi parigini: «Possiamo superare il record delle 40 medaglie», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

Un altro record è nel mirino dell’Italia. Ai Giochi di Parigi si punta ad avere il numero più elevato di atleti italiani qualificati nella storia. «Sono anni che parliamo con le federazioni, gli organismi sportivi, le strutture tecniche e gli allenatori per la preparazione olimpica – ha commentato Malagò –. E adesso il mio cellulare esplode di messaggi su nuovi qualificati. Oramai serve una specie di computer per mettere ordine alle diverse modalità con cui ogni singola federazione internazionale, e a sua volta il CIO, concede il pass olimpico ai suoi atleti, praticamente sono tutte diverse. E anche temporalmente distanti. Da un anno sappiamo che a Parigi non avremo l’Italia nel calcio, mentre il basket comincia il torneo preolimpico il 2 luglio, appena 24 giorni prima della cerimonia di apertura. E ancora, mentre in alcuni sport puoi restare fuori anche se sei la decima nazionale del mondo, in altri – come il golf femminile – puoi qualificarti con il 300° posto se è in qualche modo riservato al tuo Paese».

«Non va dimenticato anche che il CIO rappresenta 206 paesi, più delle Nazioni Unite. Il Kosovo ad esempio non è riconosciuto a livello internazionale da tutti, ma con 1,8 milioni abitanti ha vinto due medaglie d’oro a Tokyo, entrambe nel judo. L’India con 1,5 miliardi di popolazione ne ha conquistato uno solo, nel giavellotto. E voglio sottolineare un’altra cosa, soprattutto adesso visto quello che succede tra Israele e Palestina: molti sostengono che debbano essere due stati separati, il CIO li ha riconosciuti come tali da diversi decenni e sfilano con le loro bandiere all’Olimpiade. Anche questo è un elemento che fa riflettere», le parole di Malagò.

Gli italiani in gara, al momento, saranno in totale 355: «Adesso che il nuoto ha definito la sua squadra abbiamo 186 uomini, 169 donne, attualmente in 27 sport su 32 in programma. Con il punto interrogativo della pallacanestro, contiamo comunque di battere i 384 di Tokyo, nostro precedente primato, perché mancano le quote dell’atletica leggera. Se poi il basket centrerà l’obiettivo supereremmo i 400. E c’è una cosa importante: siamo riusciti a qualificare almeno un atleta per ogni federazione di sport individuali. La soddisfazione è grandissima, segnale importante. E la cosa più bella è che quando vedi questi ragazzi tutti insieme, così tanti e così diversi, ti accorgi che si gasano tra di loro, nel villaggio, all’ingresso dello stadio, sull’aereo, sul pullmino, al ristorante degli atleti… C’è un’atmosfera che li aiuta. Molti nemmeno si conoscono, ma dopo un quarto d’ora sembrano amici da tutta la vita».

Più partecipanti significa avere più possibilità, almeno numericamente, di vincere più medaglie: «È una battaglia vinta su cui ho sempre lavorato e in cui ho sempre creduto, sostenendo che essere un paese calciofilo non esclude il poter amare altri sport. Basta vedere l’audience dell’atletica o del tennis, numeri impressionanti arrivati grazie anche a personaggi vincenti che hanno condizionato le scelte degli italiani. Per il record di medaglie dobbiamo superare le 40 di Tokyo. È complicato, ma abbiamo delle opportunità di compensazione: il passo falso di qualcuno che sulla carta è chiamato a una grande prestazione può essere attutito dal successo di qualcun altro che inaspettatamente va a medaglia, un po’ come è successo in Giappone con la scherma e l’atletica. Restando all’atletica, solo un matto può sperare di conquistare ancora 5 ori, ma c’è possibilità di vincere di più con medaglie diverse. E a questo proposito vorrei ricordare che nel medagliere non comanda il numero di ori: per il CIO, così come per me, conta il numero delle medaglie».

Sulle certezze e sulle potenziali sorprese fra gli atleti azzurri: «Caterina Banti e Ruggero Tita, vela, Nacra 17: sono in assoluto gli atleti più forti che abbiamo. E il loro sport ha più prove, come un campionato in cui alla fine vince il più forte, al contrario di quello che potrebbe avvenire in “gare secche” come i 100 metri. Come sorprese dico Alice Bellandi nel judo e Angela Carini nel pugilato. Vedrete, come medaglie sarà una gran bella lotta tra donne e uomini».

Un ultima battuta sulle medaglie olimpiche che ha regalato più emozioni: «Federica Pellegrini nei 200 a Pechino 2008, il bronzo del quattro senza del canottaggio ad Atene 2004 e l’oro di Banti e Tita a Tokyo 2020».