La Serie A punta sull’audience per cedere i diritti tv negli USA

Paramount non sarebbe interessata a rinnovare i diritti del campionato negli Stati Uniti d’America: i club cercano il giusto modello di distribuzione.

USA diritti tv Serie A
Il logo della Serie A e di Paramount+ (Foto: Andrea Staccioli / Insidefoto)

«Le Società della Lega Serie A si sono riunite oggi pomeriggio (ieri, ndr) in Assemblea in videoconferenza per approfondire il tema dei diritti audiovisivi in alcune aree geografiche del mondo. I club hanno deliberato l’assegnazione dei diritti della Serie A in lingua francese nella zona Africa Subsahariana, una vasta area che comprende oltre 40 territori nei quali sarà possibile seguire il massimo campionato italiano per i prossimi tre anni (2024-2027)».

Si apre così la nota della Lega Serie A, che ha fatto seguito all’assemblea che si è tenuta nella serata di ieri e che ha visto al centro delle discussioni i diritti internazionali. Assegnati anche quelli per 40 territori nella zona Africa Subsahariana, i club hanno discusso nuovamente dei diritti televisivi da assegnare negli Stati Uniti d’America.

«Per quanto riguarda il mercato statunitense proseguiranno invece nei prossimi giorni le trattative già avviate con diversi interlocutori, tra i quali figurano operatori tradizionali, piattaforme OTT, fast channels, distributori in modalità avod (advertising video on demand), oltre a un accordo di partnership con un soggetto di matrice business e finanziaria», prosegue ancora la nota.

Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, sono diversi gli interlocutori della Serie A all’interno dei quattro scenari indicati. Mentre Paramount non sarebbe intenzionata a rinnovare i diritti, la Lega si trova ancora in una fase di valutazione, nella quale l’idea è quella di tenere conto non soltanto dell’aspetto economico, ma soprattutto dell’audience che potrebbe garantire il partner prescelto.

La scelta definitiva dovrebbe dunque andare in questa direzione, quella di trovare il partner che garantisca per i prossimi 2-3 anni la maggiore esposizione possibile. Una strada che la Premier League ha deciso di percorrere diversi anni fa e che la Serie A ha “mancato” a partire dalla vendita centralizzata dei diritti tv nel periodo 2012-2018, quando decise di firmare con BeIn Sports, che non aveva penetrazione sul territorio, ma offrì cifre importanti.

Il modello di distribuzione della Serie A negli USA avrà quindi un peso importante nella scelta del futuro broadcaster, considerando che da diverse settimane sono in corso interlocuzioni con i diversi operatori presenti sul mercato.