Indagine Juve, il super consulente fa causa alla Procura: vuole più soldi

Enrico Stasi ha trascorso mesi ad analizzare i conti della Juventus, esaminando bilanci, ricavi e plusvalenze dei calciatori, ma non è stato pagato quanto richiesto.

Juventus nuova partnership Huware
(Foto: Jonathan Moscrop/Getty Images)

Ha trascorso mesi ad analizzare i conti della Juventus, esaminando bilanci, ricavi e plusvalenze dei calciatori, tra contratti e documenti. Un lavoro immane quello di Enrico Stasi — commercialista tra i massimi esperti di procedure fallimentari che dal 1978 svolge in prevalenza incarichi per i tribunali — grazie al quale la procura ha potuto costruire le accuse contestate agli ex vertici del club bianconero per la famosa inchiesta poi migrata per competenza a Roma.

Ma proprio l’incarico svolto come consulente della procura – scrive La Repubblica nella sua edizione torinese – è oggetto di una diatriba davanti al tribunale civile, in particolare sul compenso chiesto che è stato considerato eccessivo e decurtato di una discreta percentuale. Motivo per cui Stasi ha impugnato la seconda liquidazione ricevuta.

Stasi ha sostenuto le sue ragioni e lo stesso ha già fatto il procuratore aggiunto Emilio Gatti, che con una memoria ha spiegato perché ha tagliato il compenso. Il 20 ottobre 2022 Stasi aveva consegnato la sua consulenza sui conti della Juventus. L’incarico gli era stato affidato il 29 settembre 2021 dai pm Mario Bendoni e dall’aggiunto Marco Gianoglio che lo avevano scelto per la lunga esperienza: era stato consulente per l’accusa nei procedimenti della Fiat e già altre due volte aveva visionato i conti della Juve.

L’inchiesta sulle plusvalenze aveva avuto un nuovo sviluppo con la “manovra stipendi”, motivo per cui gli era stata chiesta un’integrazione il 9 dicembre 2022. Per la prima consulenza Stasi ha chiesto circa 200mila euro, ma la scure di Gatti ha tagliato circa il 40%. Per la seconda parte Stasi ha quantificato 90mila euro: aveva esaminato i documenti di una trentina di calciatori (tra cui Ronaldo, Buffon, Dybala, Pjanic e Chiesa) per i bilanci 2019/20 e 2020/21.

La sua indagine verteva inoltre sulle plusvalenze generate dalla vendita dei calciatori e gli accordi di riacquisto non depositati in FIGC, con Atalanta, Sassuolo, Sampdoria e altre squadre. Per tutto questo lavoro aveva impiegato tre collaboratori, ma il pm Gatti ha ritenuto equo il compenso di 60mila euro.